COMPLICE L’AVVENTO DELLA BREXIT, UN DOSSIER PUBBLICATO DA BANKITALIA TAGLIA LE STIME DI CRESCITA IN ITALIA, PREVEDENDO NEL 2017 IL PIL A +0,9%

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    “In Italia l’intonazione espansiva della politica di bilancio contribuirebbe a sostenere l’andamento dell’attività economica”, si legge nel nel dossier di Bankitalia sulle proiezioni economiche per l’economia del Paese, dove le stime sono chiaramente riviste al ribasso. Come sottolineano infatti da Palazzo Koch, il Pil dell’italia crescerà dello 0,9% nel 2017, allo stesso livello di quest’anno. Mentre nel biennio successivo il prodotto interno lordo dovrebbe registrare un +1,1%. Rispetto a quanto ‘previsto’ alla vigilia del referendum britannico che sarebbe poi scaturito nella Brexit, secondo Bankitalia la stima viene tagliata di circa 0,2 punti percentuali in media all’anno, nel triennio 2016-18. ’’La revisione riflette principalmente ipotesi meno favorevoli sull’andamento della domanda estera e dei tassi di interesse sui mercati internazionali’’. Le stime, ricorda via Nazionale, ’’sono sostanzialmente in linea con quelle delle principali istituzioni internazionali’’. Nell’anno in corso l’andamento dell’attività economica in Italia è sostenuta, in particolare, ’’dall’intonazione espansiva’’ della politica di bilancio, che spinge la domanda interna. Nel terzo trimestre di quest’anno il Pil, osserva Bankitalia, è aumentato dello 0,3%, dopo ’’l’inattesa frenata’’, registrata in primavera. Le informazioni congiunturali indicano un’espansione dell’attività economica nel trimestre finale dell’anno a un ritmo ’’appena inferiore’’. Dunque, “i principali fattori di incertezza che gravano” sulle proiezioni macroeconomiche dell’economia italiana dalla Brexit, passano al rallentamento degli emergenti, per il nuovo corso della politica monetaria degli Usa e i mercati finanziari: sono questi. “I principali fattori di incertezza che gravano su queste proiezioni derivano dal contesto globale e dai mercati finanziari”, si legge nel dossier sulle previsioni macro dell’economia italiana di via Nazionale. “La ripresa dell’economia globale – si aggiunge – potrebbe venire frenata dall’incertezza sulle trattative che definiranno i nuovi rapporti commerciali tra Unione europea e Regno Unito, dall’emergere di spinte protezionistiche e da possibili turbolenze nelle economie emergenti associate alla normalizzazione della politica monetaria negli Stati Uniti; un sostegno alla crescita internazionale potrebbe invece derivare dall’attuazione di un programma di espansione fiscale da parte della nuova amministrazione statunitense, del quale non sono ancora definite le caratteristiche. Nell’area dell’euro episodi di volatilità dei mercati potrebbero riflettersi sulle condizioni finanziarie”.