Un team di scienziati di un’università britannica ritiene di aver fatto una scoperta rivoluzionaria nella lotta al coronavirus. I ricercatori dell’Università di Bristol hanno descritto il loro studio come “rivoluzionario” e sperano che possa “fermare il virus sulle sue tracce”.
Il team è guidato dalla Prof. Christiane Schaffitzel della School of Biochemistry di Bristol e dalla Prof. Imre Berger del Max Planck Bristol Center for Minimal Biology.
Hanno scoperto ciò che descrivono come una “tasca farmacologica” sulla superficie del virus, che potrebbe essere iniettata con farmaci antivirali per impedirne il funzionamento prima che entri in più cellule umane.
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Gli scienziati hanno scoperto che il coronavirus utilizza una piccola molecola chiamata acido linoleico per legarsi e diffondersi. Di conseguenza, il team ritiene che ora ci sia un modo per interrompere quel grasso legante e potenzialmente rendere il virus non infettivo.
Berger ha detto: “Siamo rimasti davvero perplessi dalla nostra scoperta e dalle sue implicazioni. Abbiamo una molecola che è al centro di quelle funzioni che vanno in tilt nei pazienti COVID-19, con conseguenze terribili. E il virus che sta causando tutto questo caos, secondo i nostri dati, afferra e si aggrappa esattamente a questa molecola, fondamentalmente disarmando gran parte delle difese del corpo.”
“La nostra scoperta – prosegue Berger – fornisce il primo collegamento diretto tra le manifestazioni patologiche del COVID-19 e il virus stesso. La domanda ora è come trasformare questa nuova conoscenza contro il virus stesso e sconfiggere la pandemia.”
Il professor Schaffitzel ha detto che c’è motivo di speranza: gli scienziati hanno scoperto una sacca simile nel rinovirus e sono stati in grado di impedire che il virus fosse infettivo.
Il team di Bristol è ottimista sul fatto che una strategia simile possa ora essere perseguita per sviluppare farmaci antivirali a piccole molecole contro SARS CoV-2.
“Da altre malattie sappiamo che armeggiare con le vie metaboliche dell’acido linoleico può innescare infiammazioni sistemiche, sindrome da distress respiratorio acuto e polmonite. Se guardiamo all’HIV, dopo 30 anni di ricerca ciò che ha funzionato alla fine è un cocktail di farmaci antivirali a piccole molecole che tiene a bada il virus. La nostra scoperta di una sacca farmacologica all’interno della proteina SARS-CoV-2 Spike potrebbe portare a nuovi farmaci antivirali per arrestare ed eliminare il virus prima che entrasse nelle cellule umane, fermandolo saldamente sulle sue tracce”.