Una repentina trasformazione in Sudan, laddove finisce dopo un trentennio di potere il lungo predominio di Omar Al-Bashir, il presidente che in queste ore si è trovato in qualche modo nelle condizioni di rassegnare le proprie dimissioni a fronte del degenerare della crisi politica, con chiare sfumature militari e, al contempo, popolari, che sta dilagando in Sudan.
Colpo al potere: metamorfosi Sudan. Omar Al-Bashir lascia, lesercito avanza, si prepara governo di transizione
Cosa sta realmente succedendo in Sudan? Le interpretazioni del caso sono diverse a seconda della prospettiva da cui si guarda la faccenda. Per alcuni si tratta di golpe, e di un classico colpo di stato di matrice militare. Per altri, invece, la fine della parentesi di comando di Omar Al-Bashir sarebbe in realtà orientata verso un passaggio di mano molto più moderato di quanto non sembri. Quale che sia la verità, il dato di fondo resta quello: alla fine di mesi di proteste Omar Al-Bashir lascia il potere dopo 30 anni e il Sudan arriva alla metamorfosi che alcuni, di recente, avevano preconizzato con una certa lungimiranza. Mentre i mezzi militari entrano nel quartier generale e indirizzano verso la trasformazione politica del Sudan, le proteste dei giorni scorsi si trasformano in esultanza. Ma per cosa protestano in Sudan? Dal 19 dicembre scorso, in tutto il Sudan sono esplose contestazioni a causa dell’aumento del prezzo del pane che è diventato lultimo, in ordine di tempo, dei motivi di critica verso il presidente e il motivo scatenante di un movimento di metamorfosi che ha condotto a vibranti richieste di dimissioni di al-Bashir, presidente dal 1989. ’’Non permetteremo a nessuno di distruggere la nostra patria’’, aveva detto lo stesso al-Bashir, sancendo lo stato di emergenza in tutto il Paese. Ma la situazione, ora, è degenerata. Stando ai dati che emergono, per esempio, da dicembre ad oggi sono circa 50 i morti a causa degli scontri. Di recente, altre sette vittime e circa tremila gli arrestati.