(Adnkronos) – “Oggi le terapie non vengono scelte nello stesso modo per tutti i pazienti, per questo parliamo di cura ‘sartorializzata’, un concetto che corrisponde alla cosiddetta medicina personalizzata. Nel corso dei decenni si sono realizzate alcune conoscenze soprattutto biologiche, molecolari e genetiche che consentono di applicare ai pazienti affetti dalla stessa patologia non sempre le stesse cure e ai pazienti affetti da patologie diverse invece le stesse cure, sulla base del corredo genetico, biologico della malattia del singolo paziente. Parliamo di terapie mirate che cercano di risolvere il problema del singolo paziente perché ha quella specifica mutazione genetica, ma sviluppare questi farmaci ha un costo più elevato”. Così Francesco Cognetti, presidente di Foce (Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi) intervenendo all’evento ‘La scienza impareggiabile: ripensare la medicina oggi’, un dibattito per riflettere intorno al libro ‘La scienza impareggiabile: medicina, medici, malati’, scritto dal filosofo della medicina Ivan Cavicchi per Castelvecchi Editore.
All’incontro organizzato a Roma con il contributo non condizionato di Boiron, erano presenti Filippo Anelli, presidente di Fnomceo, Maria Luisa Agneni, pneumologa e coordinatrice della Commissione Medicine non Convenzionali dell’Omceo di Roma, Maria Domenica Castellone, ricercatrice e medico, capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle, membro della Commissione Permanente Igiene Sanità e Silvia Nencioni, Presidente e Amministratrice delegata di Boiron Italia.
Sulla necessità di aiutare la medicina a ‘ripensarsi’ e, quindi a’ritrovare la sintonia perduta tra medicina e società’ – come scrive Cavicchi nel suo saggio – Cognetti non ha dubbi: “La medicina è in crisi perché, come sollevato e precisato da Cavicchi nel suo libro, c’è un po’ di confusione tra la medicina e la sanità; spesso le decisioni politiche si basano su scelte di tipo sanitario e non tengono conto invece della medicina, che è ben altra cosa e che dovrebbe invece ispirare anche tutte le scelte politiche, strategiche e organizzative. La medicina racchiude ed include l’evoluzione del progresso scientifico, la sanità non dovrebbe essere altro che l’applicazione pratica di modelli organizzativi e di regole del sistema sanitario che però devono rispondere alla logica della scienza e della medicina”.
Cognetti ha poi ricordato: “50 anni fa la medicina non era quella di oggi, pochissimi gli strumenti a disposizione dal punto di vista della moderna radiologia, la biologia molecolare addirittura non esisteva. Noi medici avevamo l’esame obiettivo, l’anamnesi e poco altro. Oggi, invece, siamo in grado non solo di definire l’esatta natura e la prognosi di molte malattie, ma abbiamo la possibilità di adeguare gli strumenti terapeutici alla patologia di cui il singolo paziente è portatore. E mi riferisco alla biologia molecolare e alle sue applicazioni in clinica che hanno prodotto enormi successi i termini di sopravvivenza e mortalità”.
“La medicina è cambiata, la sanità invece – ha sostenuto l’oncologo – non è cambiata con lo stesso ritmo e la stessa velocità. La pandemia ha poi acuito le criticità che la sanità ha da anni. Il problema della nostra sanità è dare dignità alle strutture ospedaliere e alla figura del medico in ospedale. Noi abbiamo la più alta mortalità da Covid tra tutti i Paesi d’Europa e la più alta mortalità da patologie non Covid in questi ultimi due anni. Questo sono purtroppo i risultati di una mancata programmazione sanitaria e di un mancato adeguamento della nostra sanità”, ha concluso.