Codere, multinazionale leader nel settore del gioco privato, ha chiuso il primo trimestre dell’anno con ricavi pari a 127,2 milioni di euro, in calo del 54,3% rispetto all’anno precedente a seguito delle misure restrittive adottate nei Paesi in risposta alla crisi sanitaria. Alla fine del primo trimestre dell’anno, la società registrava una perdita di 91,5 milioni di euro, rispetto ai 97,1 milioni di perdite registrate nello stesso periodo dell’anno precedente, principalmente a seguito delle chiusure relative al Covid-19, all’aumento delle spese su passività finanziarie e, in misura minore, a causa della svalutazione delle nostre valute operative rispetto al dollaro. Lo rende noto Codere in un comunicato precisando che l’attività del gruppo continua a risentire dell’impatto della pandemia, che continua ad essere grave in molti dei paesi in cui opera la società, con chiusure attualmente totali delle sue attività in Italia, Argentina e Uruguay, e restrizioni operative nel resto dei suoi mercati.
Il gruppo ha ottenuto un utile operativo di 127,2 milioni di euro nel trimestre, il 54,3% in meno rispetto all’anno precedente. Le attività in Italia sono rimaste chiuse in questo periodo, cosa che si è riflessa in un calo di 60,2 milioni di euro di ricavi; mentre le chiusure in Messico e Panama hanno portato a riduzioni rispettivamente del 63,5% fino a 22,1 milioni di euro e del 60,1% fino a 5,8 milioni di euro. Sempre a causa delle restrizioni, l’Argentina è scesa del 41,4%, fino a 38,0 milioni di euro, e la Spagna del 34,3%, fino a 26,6 milioni di euro.
L’azienda ha raggiunto un ebitda adjusted di 3,5 milioni di euro alla fine del 1T2021, il 92,7% in meno rispetto allo stesso trimestre del 2020. Il margine di ebitda è sceso al 2,7% in questo periodo, 14,4 punti percentuali in meno anno su anno, perché la mancanza di reddito non ha potuto essere pienamente compensata dalla diminuzione delle spese di esercizio, nonostante le significative misure di efficientamento e risparmio sui costi messe in atto durante la pandemia, che hanno comportato una riduzione anno su anno del 46,4%, fino a 123,7 milioni di euro in questo primo trimestre.
In termini di capacità, a fine trimestre il numero di macchine operative del gruppo era di 30.201. Durante questo periodo, 114 sale da gioco, 975 sale giochi, 182 punti di scommesse sportive e 5.864 bar sono stati tenuti aperti. Attualmente, la maggior parte dei mercati dell’azienda ha implementato ulteriori restrizioni operative. Così, l’unità italiana rimane chiusa, l’Argentina ha sospeso le sue operazioni ad aprile e l’Uruguay, da marzo. La società prevede di riprendere completamente l’attività tra giugno e luglio di quest’anno, anche se nel caso dell’Argentina la riapertura potrebbe richiedere più tempo.
Le attività che hanno potuto riprendere la loro operatività hanno mostrato un incoraggiante recupero di redditività nel periodo in cui non hanno risentito delle chiusure, in particolare Spagna, Panama, Argentina e Uruguay. Anche il business online riflette una solida crescita, con una crescita anno su anno del 23,6%, fino a 19,8 milioni di euro, nei primi tre mesi dell’anno.
Il 22 aprile la società ha raggiunto un accordo con i propri creditori, denominato “lock-up agreement”, successivamente ratificato dall’assemblea dei soci e con l’appoggio di una sufficiente percentuale di obbligazionisti, per il quale verranno iniettati fino a 225M€ nel gruppo e verranno capitalizzati fino a 367 milioni di euro di debito corrente. Queste nuove risorse coprirebbero, secondo le stime attuali della società, il suo fabbisogno di liquidità fino alla riapertura totale dell’attività.