Il 2020 è stato uno dei tre anni più caldi mai registrati, nonostante gli effetti di raffreddamento legati all’evento La Niña. La temperatura media globale era di circa 1,2° al di sopra del livello preindustriale (1850-1900). I sei anni dal 2015 sono stati i più caldi mai registrati. Il 2011-2020 è stato il decennio più caldo mai registrato. E’ quanto rileva un nuovo rapporto, State of the Global Climate 2020, dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) e di un’ampia rete di partner.
Secondo le conclusioni del report, le condizioni meteorologiche estreme combinate con Covid-19 rappresentano “un doppio colpo per milioni di persone nel 2020”. E “il rallentamento economico legato alla pandemia non è riuscito a frenare i fattori trainanti del cambiamento climatico”.
“Tutti i principali indicatori climatici e le informazioni sull’impatto fornite in questo rapporto evidenziano un cambiamento climatico inarrestabile e continuo, un aumento e un’intensificazione degli eventi estremi e gravi perdite e danni che colpiscono persone, società ed economie. La tendenza negativa del clima continuerà per i prossimi decenni indipendentemente dal nostro successo nella mitigazione. È quindi importante investire nell’adattamento. Uno dei modi più potenti per adattarsi è investire in servizi di allerta precoce e reti di osservazione meteorologica. Diversi Paesi meno sviluppati hanno grandi lacune nei loro sistemi di osservazione e mancano di servizi meteorologici, climatici e idrici all’avanguardia”, ha affermato il segretario generale del Wmo, Petteri Taalas.
Taalas ha presentato il rapporto insieme al Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres in una conferenza stampa il 19 aprile, prima del vertice dei leader sul clima del 22-23 aprile, convocato dagli Stati Uniti.
“Questo rapporto mostra che non abbiamo tempo da perdere. Il clima sta cambiando e gli impatti sono già troppo costosi per le persone e per il pianeta. Questo è l’anno dell’azione. I paesi devono impegnarsi per raggiungere zero emissioni nette entro il 2050. Devono presentare, molto prima della Cop26 di Glasgow, ambiziosi piani nazionali sul clima che taglino collettivamente le emissioni globali del 45% rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030. E devono agire ora per proteggere le persone dagli effetti disastrosi del cambiamento climatico”, ha affermato il Segretario generale delle Nazioni Unite.
Secondo il report, poi, le concentrazioni dei principali gas a effetto serra hanno continuato ad aumentare nel 2019 e nel 2020. Le frazioni medie globali di anidride carbonica (CO2) hanno già superato le 410 parti per milione (ppm), e se la concentrazione di CO2 segue lo stesso modello degli anni precedenti, potrebbe raggiungere o superare i 414 ppm nel 2021.