Venerdì prossimo uscirà “In Questa Storia che è la mia“, il nuovo disco di Claudio Baglioni, il sedicesimo disco realizzato in studio della sua straordinaria cinquantennale carriera a sette anni dal precedente “Con Voi”.
Un bellissimo lavoro, come ci ha abituati Claudio: ‘pensato’, sofferto, elegante e curato in ogni minimo particolare, senza indugiare troppo con l’elettronica.
Certo, si tratta di una lavoro che scava a fondo nell’universo ‘Baglioniano’ e dunque ‘difficile’ (forse non per i suoi numerosi fan), ma sicuramente ‘ostico’ per chi ha ormai sintonizzato l’orecchio sulle attuali frequenze musicali e liriche, spesso ovvie e tirate via.
Insomma, un disco che rivendica il mestiere’, non un ‘prodotto’ tipico della nostra discografia da talent, dove al di là degli estetismi o della forma, di sostanza avanza poco o nulla.
Probabilmente molto simile nella direzione al sofferto ‘Oltre’, qui Claudio si aggrappa ancora una volta con le unghie alla vita per strappargli un verosimile segnale di ‘appartenenza’ emotiva, nonostante gli agi derivati da una carriera artistica che ha reso l’uomo un ‘privilegiato’.
Canzoni che raccontano e rivelano, struggenti nei ‘soli’ voce e piano degli intermezzi (ricordate quelli con la chitarra di ‘Strada facendo’?), l’ennesimo passaggio non solo musicale, ma ‘vitale’ del cantautore, nell’intricato e complicato viaggio della vita.
“Il nuovo album è un invito – racconta l’artista romano – una spinta a rileggere la nostra storia. La storia di ciascuno di noi, di queste pagine di musica e parole, che abbiamo scritto e vissuto insieme, e di questo tempo che, sebbene non si leggano, porta anche le firme di noi tutti…”.
Quattordici brani, 1 ouverture, 4 interludi piano e voce, 1 finale. Di questo si compone “In Questa Storia che è la mia”. Un concept che disegna la parabola dell’amore, sia personale che universale, riflettendo sul modo nel quale questa forza straordinaria – che tutti viviamo senza conoscerla mai veramente – travolga le nostre esistenze rendendole esperienze uniche e sempre degne di essere vissute appieno.
“Un album ideato e composto come una volta – racconta il cantautore romano – vero, sincero, fatto a mano e interamente suonato. Un progetto al quale ho dedicato tutto me stesso, a partire dalla scrittura, strutturata come non accadeva da tempo, su linee melodiche e processi armonici che la musica popolare oggi sembra offrire sempre meno…“.
“Le sonorità sono tutte vere – continua il musicista originario di Centocelle, capace di vendere oltre 60 milioni di dischi in carriera – nel senso di “acustiche” , basso, batteria, pianoforte, chitarre, archi , fiati e voci suonati da persone e il ricorso all’elettronica è stato dedicato esclusivamente alla cura degli effetti e delle atmosfere. Al fine ne sono venuti fuori 14 brani – conclude Claudio – suonati dalla prima all’ultima nota da un gruppo di musicisti straordinari (tra cui Celso Valli al piano, Gavin Harrison alla batteria e Paolo Gianolio alle chitarre e basso) che hanno fatto quello che ci si aspetta da loro, ovvero suonare con tutta la creatività, l’invenzione, la passione e la grande energia professionale che ogni musicista ha dentro di sé….”.
Il nuovo lavoro, di cui è già uscito in radio e in versione digitale il singolo “Io non sono lì“, come annunciato, uscirà oltre in versione digitale, in altre 5 versioni : In Cd singolo ( 14 brani) , in doppio Cd Deluxe ( 14 canzoni, più 4 brani in versione acustica e foto inedite), in doppio LP da 180 grammi “black” (14 brani) , in doppio LP “black deluxe” (14 canzoni, 2 brani in versione acustica, foto eslusive) ed infine in doppio LP “black deluxe” 180 gr. in esclusiva Amazon ( 14 canzoni, 2 brani in versione acustica, foto esclusive e poster autografato).
L’artista che per primo ha inaugurato la stagione italiana dei grandi raduni negli stadi riuscendo a fondere canzoni d’autore e sonorità internazionali grazie ad un repertorio pop sconfinato iniziato nel lontano 1970, tornerà sulle scene live il prossimo anno con lo spettacolo “Dodici Note”, in cui metterà in scena una dimensione live di pop rock sinfonico che unisce grande orchestra classica, un coro lirico, una big band e un gruppo di voci moderne.
Il tutto partendo dalle Terme di Caracalla (in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma) il 4 giugno per 12 serate fino al 18 dello stesso mese. A questi 12 appuntamenti seguiranno altri 4 live in due teatri luoghi d’arte unici al mondo, ovvero il Teatro Greco di Siracusa (16 e 17 luglio) e l’Arena di Verona ( 11 e 12 settembre). Scontata poi la ‘coda’ invernale nei palasport o nei teatri…
Max & Daran