(Adnkronos) – Violenti scontri a Jenin, nel nord della Cisgiordania, tra palestinesi e soldati delle Forze di difesa israeliana. Secondo l’ultimo bilancio fornito dal ministero della Salute dell’Anp, l’Autorità nazionale palestinese, sono cinque i palestinesi che hanno perso la vita, tra cui un quindicenne, e 66 quelli rimasti feriti dopo che le Idf e gli agenti della polizia di frontiera hanno fatto irruzione a Jenin per arrestare due sospetti. Tra i 66 feriti, 18 sono stati giudicati in gravi condizioni. Tra loro anche una ragazza. Nell’attacco è stato utilizzato anche un elicottero Apache. Sono sette i militari israeliani rimasti feriti negli scontri.
Giornalisti palestinesi presenti a Jenin per seguire il raid israeliano hanno denunciato di essere stati presi di mira dai soldati delle Idf e dagli agenti della polizia di frontiera, che avrebbero sparato contro di loro. Il giornalista Hafiz Abu Sabra ha dichiarato all’agenzia di stampa Wafa che le forze israeliane hanno aperto il fuoco direttamente contro il loro veicolo mentre seguivano l’assalto vicino all’ingresso del campo profughi, danneggiandolo. Anche Hazem Nasser, un fotogiornalista dell’emittente televisiva al-Ghad TV, ha denunciato che i soldati israeliani gli hanno sparato contro.
In una nota rilanciata dall’agenzia di stampa Wafa si legge l’appello dell’Anp alla comunità internazionale a ”non rimanere in silenzio” e a ”non adottare un doppio standard”, perché questo ”incoraggia il governo israeliano a compiere ulteriori uccisioni, distruzioni e atti di intimidazione contro il nostro popolo”. E ”l’aggressione e gli assalti continueranno fino a quando le forze israeliane, il potere occupante, non saranno riconosciuti colpevoli dei crimini” commessi, recita la nota del governo palestinese. ”Il nostro popolo risponderà a questa aggressione – si sottolinea – Tutti i ministeri sono pronti a fornire il sostegno necessario alla popolazione a Jenin”.
La comunità internazionale in generale e l’amministrazione degli Stati Uniti in particolare devono intervenire per fermare ”la follia israeliana”, è l’appello del portavoce del presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas, Nabil Abu Rudeineh, citato dall’agenzia di stampa Wafa.
Mentre l’ex ministro della Difesa israeliana Avigdor Lieberman ha puntato il dito contro Hamas accusandolo delle violenze a Jenin. Il governo ”deve lanciare un’operazione militare vasta e su larga scala” nel nord della Cisgiordania ”per eliminare le bande armate e di terroristi”, ha detto Lieberman. ”Non possiamo accettare le ‘regole del gioco’ che possono infiammare la Giudea e la Samaria e lascia immune Gaza”, ha affermato usando il nome biblico della Cisgiordania.