Una vera e propria tragedia si è consumata a Quezzi, ieri notte, per la morte di un neonato a causa di una circoncisione praticata in casa. Due donne, madre e nonna del piccolo, tutti di nazionalità nigeriana, sono state interrogate nella notte dagli agenti della Squadra Mobile guidati dal dirigente Marco Calì, dopodiché è stata svelata la dinamica della drammatica vicenda. Un taglio effettuato perché pratica insita nella cultura del popolo nigeriano, una perdita di sangue inarrestabile e il decisivo ritardo nel contattare i soccorsi per il piccolo che, purtroppo, non ce lha fatta. Nel frattempo un terzo soggetto è stato fermato alla frontiera di Ventimiglia, durante un probabile tentativo di fuga dall’Italia: date le circostanze, si sospetta possa essere lui ad aver eseguito, materialmente, l’intervento chirurgico fai da te.
Circoncisione in casa, indagate la mamma e la nonna del piccolo
“Io amavo mio figlio più della mia vita”, ha ribadito più volte la donna di 25 anni, nigeriana, madre del neonato che ha perso la vita nella notte a Genova, in un appartamento in via Edera numero 13, a Quezzi, nel genovese. Purtroppo, una pratica come la circoncisione, effettuata per ragioni culturali, è stata fatale al bimbo. Il padre, anchegli nigeriano, non si trova in Italia per ragioni lavorative, per cui si presume che la circoncisione sia stata praticata dalle due donne senza lintervento di altre persone. Decisiva la chiamata al 118, che è arrivata tra le 3.30 e le 4 della notte: troppo tardi per salvare il piccolo, con gli addetti della croce rossa e il personale medico-sanitario che non ha avuto la possibilità di intervenire per scongiurare la morte del neonato.
Durante le indagini, nella casa la polizia ha rinvenuto dei pannolini intrisi del sangue del piccolo, al che gli agenti hanno subito interrogato le donne anche per apprendere se ci fosse stata una terza persona a coadiuvarle nellatto della circoncisione. Nel pomeriggio, un uomo è stato fermato mentre tentava di superare il confine e si ritiene possa essere coinvolto nella vicenda. Allo stato attuale, il pm Daiela Pischetola ha apeto un indagine per omicidio preterintenzionale contro ignoti, anche se come appurato, tutto lascia presagire che non siano la mamma e la nonna del bambino le due responsabili, ma l’uomo fermato al confine di Ventimiglia.