“Apprendiamo da notizie di stampa che ‘saranno abbattuti entro 48 ore i cinghiali catturati a Villa Doria Pamphilj il 18 gennaio’ poiché, secondo ‘fonti regionali’, gli animali ‘pur non essendo in zona rossa, le erano molto vicino’. Ci chiediamo cosa impedisca alle Amministrazioni intervenute nella decisione e nelle procedure (Regione Lazio, Asl, Comune di Roma, Municipio Roma 12) di fare chiarezza, di essere trasparenti con i cittadini. Finora non abbiamo letto note ufficiali sulla vicenda, se non qualche scarna dichiarazione a mezzo stampa del presidente del Municipio, Elio Tomassetti, che ha dichiarato che gli animali sarebbero stati ‘portati altrove’”.
Così l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che attende i documenti che saranno inviati a seguito dell’accesso agli atti del proprio Ufficio legale.
Sono invece salvi i cinghiali che si trovavano ieri in via Taverna, all’Insugherata, come comunica via social la ‘Sfattoria degli ultimi (https://fb.watch/ia5w4Y2lAj/), rifugio che si era offerto di accogliere anche i poveri cinghiali di Villa Pamphilj. Probabilmente la mobilitazione di cittadini e mediatica ha contribuito a salvarli.
Come commentano ancora dall’Oipa, “La fonte regionale’ che riferisce a mezzo stampa sulla tragica sorte dei cinghiali del più grande parco pubblico romano aggiunge che “a causa della sostanza che li ha narcotizzati non potranno comunque essere destinati al mercato alimentare. E sempre a causa della Psa non è stato possibile pensare al trasferimento degli ungulati in rifugi, strutture agrituristiche o in luoghi simili”.
L’Oipa torna dunque a chiedere alle istituzioni un’azione di prevenzione e non di persecuzione di una specie che si sta presentando nei centri abitati solo a causa di una scorretta gestione del territorio. Gli abbattimenti non sono la soluzione al problema della proliferazione dei cinghiali, ma la causa, come attestano etologi, zoologi, naturalisti.
L’associazione torna infine a sottolineare che il problema della presenza dei cinghiali nei centri urbani è dovuta a una scorretta raccolta dei rifiuti: dov’è attuata la raccolta porta a porta i cinghiali non si presentano negli abitati. Inoltre, ancor più a monte, vi è la politica dei “ripopolamenti” degli anni passati: i cinghiali che popolano oggi l’Italia, più grandi e prolifici degli autoctoni, sono stati introdotti dai paesi dell’Est Europa a uso e consumo dei cacciatori, cui ora si ricorre per risolvere un problema che loro stessi hanno determinato.
Max