Da capodanno a capo-lavoro. Luca Pasquale Medici, in arte Checco Zalone, è lattore del momento, il suo quarto film Quo Vado in soli 3 giorni ha incassato 22.421.121 euro. File spropositate per acquistare un biglietto, riuscendo a riempire intere sale (la scomoda prima fila compresa). Incasso col botto, forse per questo il film è uscito precisamente a capodanno. La ricetta vincente di Checco, che ha spazzato via gli ormai vecchi cinepanettoni con storie trite e ritrite di amanti, intrecci ed impicci, è la semplicità, condita con una sottile morale che lattore riesce ad esaltare in ogni film. La trama di Quo Vado è leggera ma soprattutto divertente e tratta argomenti di attualità, riuscendo a far sorridere ogni generazione. Lui (lintrepido Zalone), veste i panni di un impiegato statale attaccato al suo posto fisso di lavoro e supportato dalla figura di un Senatore, interpretato da Lino Banfi, che gli consiglia di non cedere alle lusinghe della spietata dottoressa Sironi ( Sonia Bergamasco), che ha il compito di far firmare a tutti i costi le dimissioni agli impiegati in esubero. Il nostro Checco, che sognava il posto fisso già sui banchi di scuola, non cede e per punizione viene trasferito in ogni zona dItalia per ricoprire i ruoli più improbabili e pericolosi. Nel film viene omaggiato anche il molleggiato dItalia, Adriano Celentano, con la canzone la prima Repubblica scritta, cantata ed arrangiata da Checco. Nel primo giorno di produzione, il film aveva incassato già 7 milioni di euro, ma ora Zalone ha alzato lasticella e punta a frantumare lincasso record del suo terzo film Sole a catinelle con quasi 58 milioni di euro, cercando di avvicinarsi il più possibile al miglior introito di sempre nel nostro paese, che vede sullo scalino più alto del podio: Avatar, film in 3D di James Cameron che nel 2009 aveva fruttato una rendita di 65 milioni di euro. In attesa del prossimo film, è il momento di gustarci il talento nostrano Checco: un ragazzo che dalle piazze di Capurso è arrivato a cavalcare londa del successo, passando per imitazioni, tormentoni e la semplicità che lo contraddistingue.
Damiano Tamanti