Un rapporto di Price Waterhouse Cooper ha messo in luce un grave disavanzo nei bilanci dell’Istituto Luce Cinecittà, rivelando discrepanze significative nei consuntivi degli ultimi due anni. L’ammanco ammonta a 6,7 milioni di euro, circa un terzo del capitale sociale, e potrebbe triplicarsi entro fine anno. La situazione è stata esposta durante l’assemblea degli azionisti, che include il Tesoro e il Ministero della Cultura, aprendo a ulteriori indagini sulla gestione passata.
Come riportato da Repubblica, Price Waterhouse Cooper ha evidenziato numerose discrepanze nei bilanci del 2022 e 2023, precedentemente approvati dalla società Ernst & Young. Tra gli errori principali spiccano una sovrastima dei ricavi per la sezione “cinema e documentari”, pari a 690mila euro, e costi maggiori non riportati per 773mila euro.
La problematica maggiore si concentra però sugli studios, dove il margine previsto ha subito un calo di circa 8 milioni di euro. L’accordo quadro con Freemantle, che garantisce l’utilizzo degli studi fino al 2027, sembra essere stato stipulato con politiche di sconto poco vantaggiose e un sistema di riacquisto di scenografie che non ha generato i profitti sperati.
Un dettaglio preoccupante riguarda una nota di credito da 3 milioni a favore di Freemantle, che avrebbe dovuto essere registrata nel bilancio 2023, ma è emersa solo con l’arrivo del nuovo consiglio di amministrazione. Questi elementi sollevano sospetti sull’efficacia della gestione precedente, guidata dall’ex amministratore delegato Nicola Maccanico.
Uno dei fattori scatenanti del crollo dei ricavi industriali, passati dai 47 milioni del 2023 a una proiezione tra i 15 e i 18 milioni per il 2024, è legato alla riforma del credito d’imposta per il cinema.
Introdotta dal ministro Sangiuliano, questa modifica ha generato un periodo di incertezza di oltre un anno, che ha scoraggiato le produzioni internazionali dal scegliere Cinecittà come location.
La fuga di investitori ha lasciato vuoti non solo gli studios, ma anche le casse della storica “fabbrica dei sogni”. Una situazione che rende ancora più urgente un piano industriale solido per rilanciare la competitività degli studios romani.
Durante l’assemblea degli azionisti, il sottosegretario Lucia Borgonzoni ha annunciato che verranno effettuati ulteriori approfondimenti per accertare eventuali responsabilità amministrative.
Intanto, la presidente Chiara Sbarigia e due consiglieri, già in carica nel precedente consiglio di amministrazione, rimangono sotto osservazione per la loro presunta connivenza nella cattiva gestione.
Il nuovo amministratore delegato, Nicola Cacciamani, ha il compito di presentare un piano industriale che punti a salvare Cinecittà, garantendo al contempo la tutela dei lavoratori. Borgonzoni ha ribadito che le richieste da parte di produzioni straniere non mancano, offrendo un barlume di speranza per il rilancio del sito.