Cina vertice: è bagarre Lega–M5S sul tema. Ancora un argomento scottante tra le due anime del governo. Oggi il vertice ma la Lega frena ancora: “Servono modifiche”. Il memorandum di intesa tra Italia e Cina e le tematiche della via della seta al centro di un summit al Quirinale: ma non è bastato a convincere il Carroccio sul tema. Tra la Lega e il M52 non cè accordo dunque nemmeno sulla Cina dopo autonomie, Tav e tanto altro ancora. Si moltiplicano ormai a vista docchio i motivi di scontro tra leghisti e pentastellati.
Cina, vertice: è bagarre Lega-M5S. Salvini: “Il memorandum non è un testo sacro, si può modificare, si può migliorare”.
Momenti di tensione nuovi tra leghisti e grillini sul tema Cina e sul memorandum. Salvini è lapidario quando gli chiedono un giudizio sulla “via della seta”. Infatti dice: “Prima di permettere a qualcuno di investire sul porto di Trieste o di Genova guarderei a fondo. Se fosse un americano nessun problema. Se invece venisse dalla Cina sarebbe diverso. E ancora: “Il memorandum non è un testo sacro, si può modificare, si può migliorare”, chiarisce Salvini.
Il Carroccio ha già preteso di cancellare tre parole dal testo: interoperabilità, energia, telecomunicazioni. Questo per impedire un ingresso di Huawei nella costruzione della rete 5G, e far sì, come chiedono gli Usa, che Pechino non possa intercettare gli scambi di informazioni di intelligence tra i paesi del Patto Atlantico. Non a caso la Lega in queste ore ha confermato la propria forza posizione atlantista. Nella giornata di martedì, di mattina, il premier Conte darà comunicazioni alla Camera. Molti in seno alla Lega chiedono che il testo uscito dallincontro con il Presidente della Repubblica Mattarella mercoledì, sia perfezionata. “Giusto aiutare le nostre imprese, ma occorre molta prudenza”, dicono i capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari. “Il memorandum non prende impegni specifici”, ha rincarato il sottosegretario ai Trasporti, Armando Siri. Intanto il vicepremier M5S Luigi Di Maio parla “di accordo totale nel governo. Per la prima volta cominciamo mandare i nostri prodotti in Cina, e non solo viceversa”. Posizioni di totale distanza, dunque, con Salvini e i suoi.