Mentre al G20 di Matera, un po’ “snobbato” da Pechino e Mosca, i ministri degli Esteri dei paesi del gruppo si impegnano a rafforzare “multilateralismo e cooperazione per rispondere alle sfide globali”, Cina e Russia rinsaldano i rapporti tramite un accordo bilaterale. Le due potenze hanno infatti rinnovato ieri il trattato, firmato nel 2001, di buon vicinato, amicizia e cooperazione per proporre “un nuovo tipo di relazioni internazionali in un momento di turbolenti cambiamenti”.
Utilizzando le parole del leader russo Vladimir Putin, il patto di amicizia è “un meccanismo a più livelli di coordinamento bilaterale che non ha paragoni nella pratica mondiale”. Obiettivo di Mosca e Pechino è giocare il “ruolo di stabilizzatori mondiali”, in particolare nei contesti instabili (Afghanistan, Siria, Corea). “Cina e Russia continueranno a unire i loro sforzi – ha invece commentato Xi Jinping – e ad andare avanti con determinazione. Non importano quanti ostacoli debbano essere superati”.
L’accordo tra Putin e Xi Jinping avviene nel clima di un rinnovato atlantismo in Occidente. Dopo prove di distensione, Mosca è di nuovo al centro dei pensieri della Nato (diritti umani, bacino del Donec, attività cibernetiche) così come “le sfide strategiche” che arrivano dalla Cina. All’inverso, la cooperazione tra Russia e Cina, ha detto il leader del Cremlino, ha raggiunto “un livello senza precedenti”.