Non si placano le proteste in Cile. La capitale Santiago è ancora teatro di disordini e incendi, dopo 10 giorni dall’inizio delle manifestazioni più violente.
Ieri sera, intorno alle 20, un hotel della catena Mercure è stato dato alle fiamme così come un centro commerciale, sulla Alameda, la via principale della capitale. Il fumo nero che fuoriusciva dai roghi ha reso difficoltose le operazioni dei vigili del fuoco per l’alta densità.
Aggiornamento ore 6.00
Le proteste cilene non proseguono solo a Santiago, ma anche in numerosi altri centri del Paese con azioni di saccheggio, barricate e contrasti con i carabineros.
Il presidente Pinera, dopo la manifestazione di venerdì scorso, aveva deciso di togliere il coprifuoco e di dichiarare cessato lo stato di emergenza, annunciando importanti interventi per il suo governo. Un annuncio confermato dal profondo rimpasto con il quale sono stati tagliati 8 ministri.
A quanto pare, la mossa del presidente non ha appagato la folla, che continua imperterrita la protesta.
Aggiornamento ore 7.00
“Piñera deve andare via – ha affermato un manifestante – Va via lui, poi cominciamo a ragionare di politica. Deve avere rispetto del popolo: prima ha represso la piazza con il coprifuoco e i carabineros, poi l’ha criminalizzata dicendo di essere in guerra contro un nemico pronto a tutto, e adesso ci vuole strumentalizzare per cacciare quattro pupazzi e cambiarli con altri quattro pupazzi. Cambiare tutto per non cambiare niente si dice, no? La verità è che Piñera ha una precisa responsabilità politica per tutto questo: se la deve assumere”.
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