(Adnkronos) – “E’ una ‘ricombinazione’ non una variante del virus Sars-Cov-2” quella isolata ieri a Reggio Calabria e chiamata Xj. “La variante, infatti, si distingue da un’altra per una o più mutazioni. La forma ricombinate, invece, è un’ibrido’ di due varianti o due sottovarianti – in questo caso Omicron 1 e 2 – nella stessa persona”. Lo precisa all’Adnkronos Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma che invita a non allarmarsi per questa nuova ‘veste’ del virus pandemico, individuata per la prima volta in Italia dal laboratorio dell’Asp del capoluogo calabrese e di cui erano stati già scoperti pochi casi in Finlandia.
“Si tratta dunque di una ‘normale’ forma ricombinante di due varianti di cui conserva, sostanzialmente, le caratteristiche – continua Ciccozzi – e ‘ricombina’ in un punto che non è la proteina Spike. Dovrebbe avere la stessa contagiosità delle Omicron, dunque, che è notevole. Potrebbe, al limite, presentare un sintomo in più rispetto a quello che abbiamo visto fino ad oggi”.
Non cambia molto, insomma, ma è importante però, continua Ciccozzi, “avere il quadro di quello che sta succedendo attraverso la sorveglianza genomica, come bene fanno gli inglesi. Noi siamo molto indietro su questo, non facciamo il numero di sequenziamenti che fanno gli altri Paesi. Ma è utilissimo farle perché dal punto di vista evolutivo ci permette di costatare, ad esempio che la variante Omicron e tutte le sue sottovarianti si stanno mischiando tra di loro per adattarsi sempre di più e portarci verso l’endemizzazione”.