“Se non agiamo ora, nel 2035 dipenderemo per l’80% dalle esportazioni straniere di petrolio e di gas“, avverte Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, rimarcando che è ora che la dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia deve essere drasticamente ridotta.
E non basta la guerra, spiega, basti pensare che dal marzo del 2014, quando Mosca era alle prese con la Crimea, piuttosto che calare, l’importazione di gas dalla Russia è addirittura aumentata. Dunque, otto anni dopo, in coincidenza con il conflitto in Ucraina – e le conseguenti sanzioni – finalmente la Ue si appresta a staccarsi dal gas del Cremlino. Eppure già a suo tempo l’ex presidente Usa, Trump, si era più volte espresso in questo senso con Bruxelles.
Dunque ora si può fare, grazie infatti al gas naturale liquefatto statunitense, possiamo finalmente dare il via al cosiddetto ‘decoupling’ energetico dell’Unione Europea dalla Russia. Questo perché, come spiega un esperto funzionario Ue, il conflitto in Ucraina “non mette in discussione solo l’architettura di sicurezza europea, ma anche l’intera politica energetica dell’ultimo decennio, che mette l’Ue oggi nella posizione di subire gravi danni economici, se le forniture di gas russo dovessero saltare”.
Così la notte scorsa, dopo un incontro tenutosi fra il presidente Biden e la presidente Ue, Ursula von der Leyen, è stato ufficializzato l’accordo. In poche parole, l’America s’impegna a fornire all’Ue un tot di gas naturale liquefatto, ed in cambio l’Europa a sua volta si impegna ad assicurare una domanda costante. A quanto sembra, per il 2022 gli Stati Uniti hanno preso l’impegno, rispetto ai 22 mld di metri cubi consegnati nel 2021, di fornire all’Europa 15 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas naturale liquefatto (Gnl). Si parla di ben 37 miliardi di metri cubi, non male.
Onde evitare di pensare ad una ‘furbata’ da parte di Biden, va detto che in realtà gli Usa hanno sempre evitato di esportare gas, temendo un rincaro dei prezzi salgano sul mercato interno, dunque, ora aumenteranno la produzione. Per questo, l’accordo politico siglato oggi fornisce una cornice indispensabile per la stesura dei contratti, che saranno comunque fra privati.
Certo, questo per ‘noi’ significa un giro di boa rispetto ai contratti a breve termine fin qui praticati, facendo così risparmiare all’Europa parecchi euro. Con questo accordo, fa notare un alto funzionario Ue, “A Bruxelles osservo un certo cambio di mentalità sulla longevità dei contratti” E Biden ha replicato che “L’obiettivo ben prima del 2030, è di fornire all’Ue 50 miliardi di metri cubi l’anno di gas naturale liquefatto aggiuntivi ai 22 mld circa del 2021″.
Tutto ciò inevitabilmente comporterà anche ingenti spese per costruire nuovi rigassificatori in Europa in quanto, arrivando via nave allo stato liquido, andrò per l’appunto ‘riconvertito’ e trasportato poi via gasdotto. La consolazione è che our comportando spese onerose, queste strutture che andremo a realizzare, torneranno però siti in futuro per veicolare l’idrogeno, che rappresenta uno degli obiettivi a lungo termine della transizione verde.
Come ha spiegato il presidente americano, che non ha fissato il prezzo che del Gnl statunitense (dipenderà infatti dai contratti), ”So che eliminare il gas russo comporterà dei costi per l’Europa, ma non è solo la cosa giusta da fare sotto il profilo morale: ci mette anche in una posizione strategica molto più forte”. Ad ogni modo, commenta ancora l’alto funzionario Ue, “Si può fare molto per ridurre la domanda. Se gli europei siano dotati della medesima disciplina e dello stesso spirito di sacrificio dei giapponesi, resta da vedere”, dunque, ha poi concluso, “Per dirla con la premier estone Kaja Kallas, “ci aspettano tempi difficili“.
Max