In attesa che la decantata vaccinazione abbia ‘seriamente’ inizio, continuano come sempre a giungere novità ed aggiornamenti (mai nessuno che con ufficialità, parli una sola volta, chiaramente, e per tutti), rispetto a ciò che andremo ad affrontare.
Oggi apprendiamo ad esempio dal viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri che sarà possibile addirittura vaccinarsi nelle farmacie. Un annuncio che ci sorprende visto che, come ‘anticipato’, è possibile che per alcuni, all’inoculazione, possa seguire una reazione: non occorre quindi praticarla in una struttura debitamente attrezzata per l’eventualità? E le famose tendo-strutture ‘fiorate’ nelle piazze’?
Sileri ha infatti affermato che “La possibilità di vaccinazione anti-Covid nelle farmacie è stata inserita nella Legge di Bilancio, approvata in via definitiva oggi dal Senato. Per l’anno 2021 il vaccino potrà essere somministrato da infermieri o da personale sanitario opportunamente formato, se necessario sotto la supervisione di medici assistiti. Si tratta di un punto molto importante, per il quale mi sono battuto – ha tenuto a sottolineare il viceministro – che consentirà di moltiplicare le opportunità di effettuare il vaccino accelerando il percorso verso l’auspicata protezione di gregge”.
Poi, come in uso a questo governo, Sileri è passato a snocciolare numeri e dati: ”Per la campagna vaccinale anti-Covid, nella Manovra sono state inserite risorse per l’assunzione di 3mila medici e 12mila infermieri e assistenti sanitari anche stranieri, come da me più volte auspicato (seconda auto-citazione). Sono stati inoltre stanziati 25 milioni per l’indennità del personale infermieristico operante presso gli studi dei medici di famiglia e 10 milioni per la stessa finalità presso gli studi dei pediatri di libera scelta”.
Ok ma, ribadiamo, che sia lo studio di un medico di base, una farmacia o, peggio (non sia mai), un pediatra: chi potrà contenere un’eventuale, inattesa, reazione allergica?
Max