“Tutti sanno che ho l’asma e conosco le regole, uso un inalatore per prevenire i sintomi (sempre entro i limiti consentiti) e so perfettamente che sarò controllato ogni giorno che indosso la maglia di leader. Durante la Vuelta ho avuto un peggioramento dell’asma, quindi ho seguito il consiglio del medico della squadra e aumentato la dose di salbutamolo, come sempre, stando attento a non usarne più di quanto permesso”. Così il corridore britannico Chris Froome – vincitore del Tour de France – replicando all’annuncio dell’Unione ciclistica internazionale (Uci), secondo cui l’atleta è risultato positivo ad un controllo antidoping effettuato durante il Giro di Spagna 2017. Nato in Kenya, vincitore di 4 Tour de France (2013, 2015, 2016 e 2017), il capitano del Team Sky, ha quindi aggiunto: “Prendo molto sul serio la mia posizione di leader nel mio sport. L’Uci ha tutto il diritto di esaminare i risultati delle analisi e gli fornirò tutte le informazioni necessarie insieme al mio team”. Quindi il 32enne, negando di essersi dopato, ha ribadito che la presenza di salbutamolo nel suo corpo è dovuta a un farmaco che prende per l’asma. “Si presume che la presenza nell’urina di salbutamolo superiore a 1000 ng/ml non sia legato a un uso terapeutico della sostanza”, ha affermato l’Uci aggiungendo: “Dovremo attenerci ai risultati delle analisi se l’atleta non sarà in grado di dimostrare attraverso una precisa indagine che questo risultato anomalo è una conseguenza dell’uso terapeutico (per inalazione) fino alla dose massima indicata. L’Unione ciclistica internazionale ha poi specificato che la presenza di salbutamolo non implica “una sospensione dell’atleta”..
M.