Una cosa allucinante, pazzesca, che ci rimanda alle lacere periferie dellAmerica Latina, dove lindigenza riesce a trasformare in legittima sopravvivenza una pratica illegale come quella della lavorazione della droga. Ma qui non siamo in unarea equatoriale disseminata da jungle e montagne, siamo nella civilissima e bellissima Napoli. In particolare nel cuore della città dove, hanno scoperto i carabinieri della compagnia Napoli Centro, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia, che i bambini (ma anche molte donne), venivano utilizzati per confezionare dosi di cocaina o per consegnarle agli acquirenti. Un fatto sconcertante che è riuscito a far inorridire persino navigati investigatori, abituati a confrontarsi con gli eccessi del male quotidianamente. Laberrante fenomeno è parte del criminale ingranaggio di cui si componeva lattività criminale di un agguerrito clan su cui i militi stavano indagando da diverso tempo, e culminato oggi con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 45 persone, ritenute a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso e di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio di droga, estorsioni e detenzione e porto illegale di armi, reati aggravati dal metodo mafioso. Immancabile anche il settore delle estorsioni, come nel caso di un ristorante costretto dai capiclan a regalie, ma il pizzo era imposto anche ai gestori delle piazze di spaccio. E stato così ricostruito il complesso organigramma del cartello degli Elia, che controlla gli affari illeciti nella zona del Pallonetto di Santa Lucia a Napoli, poco distante da piazza del Plebiscito, da via Santa Lucia e dal lungomare partenopeo.
M.