“La chikungunya è una malattia virale, caratterizzata da febbre e forti dolori, che viene trasmessa all’uomo da zanzare infette. La prima epidemia nota è stata descritta nel 1952 in Tanzania, anche se già nel 1779 era stata descritta un’epidemia in Indonesia, attribuibile forse allo stesso agente virale. Dopo un periodo di incubazione di 2-12 giorni si manifestano improvvisamente febbre e dolori alle articolazioni tali da limitare i movimenti dei pazienti (da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa “ciò che curva” o “contorce”), che quindi tendono a rimanere assolutamente immobili e assumere posizioni antalgiche. Altri sintomi includono dolore muscolare, mal di testa, affaticamento e rash cutaneo. Il dolore alle articolazioni è spesso debilitante, generalmente dura alcuni giorni ma può anche prolungarsi per alcune settimane. Inoltre, il virus della chikungunya può causare malattie acute, subacute o croniche. Nella maggior parte dei casi i pazienti si riprendono completamente tuttavia, in alcuni casi il dolore alle articolazioni può persistere per mesi o anche anni. Spesso i sintomi delle persone infette sono lievi e l’infezione può non essere riconosciuta o male-interpretata, soprattutto nelle aree in cui è presente la dengue, che da noi fortunatamente è rarissima. Occasionalmente sono state segnalate complicanze oculari, neurologiche, cardiache e gastrointestinali. Raramente si verificano complicanze gravi, tuttavia negli anziani la malattia può essere una concausa di morte”.
Così, in merito alla sorveglianza e controllo delle zanzare autoctone e invasive, la scorsa estate il Ministero della Salute ha emesso un’apposita circolare in seguito all’allarmante recrudescenza di casi di contagio da chikungunya registrate nell’area del litorale pontino. Nello specifico, molti ricorderanno, gran parte dei casi sono stati registrati tra Ardea e Nettuno. Casi fortunatamente per lo più risolti con una convalescenza di qualche giorno, ma qualcuno ha purtroppo avuto bisogno di un ricovero ospedaliero per tornare completameete in forma.
Ad Ardea il primo caso dell’estate 2019
E mentre la maggior parte di noi aveva completamente rimosso l’incidenza di questa eventuale ‘noia’, oggi a risvegliare l’ansia è stata la notizia giunta dalla Asl di Ardea, che ha comunicato al Comune laziale di aver censito il caso di un uomo contagiato per l’appunto dalla chikungunya. A quanto sembrerebbe a veicolare la febbre virale sarebbe stata una zanzara tigre, a sua volta contagiata da sangue infetto. Onde evitare problematiche od ingiustificati allarmismi, il Comune di Ardea ha immediatamente disposto un’ordinanza di disinfestazione delle aree limitrofe alla residenza dell’uomo infettato. Anche perché, in questi giorni di pioggia ed umidità, notoriamente le zanzare depongono centinaia di migliaia di uova che al primo sole si schiudono immediatamente. C’è da dire che la persona contagiata era da poco rientrata dal Brasile e dunque sarebbe interessante capire se sia stata contagiata all’estero – ed abbia quindi poi egli stesso ‘infettato’ le zanzare che l’hanno punto qui – o, viceversa, sia stato infettato dalle punture subite ad Ardea.
I precedenti
Come dicevamo la scorsa estate è stato registrato il picco di punture da chikungunya, complessivamente, il Sistema di Sorveglianza delle Malattie Infettive della Regione Lazio ha registrato qualcosa come 252 casi ‘autoctoni’. Nello specifico, 197 delle persone contagiate erano di Anzio, 50 erano ‘vacanzieri’ romani, 5 di Latina e, in misura minore il restante dei contagi sono stati registrati tra Ardea, Aprilia, e Grottaferrata.
Le accortezza da adottare
Premesso che le amministrazioni locali debbono garantire un’efficiente rete igienico-sanitaria, ed i proprietari di spazi verdi (giardini, piante e balconi) adottare adeguata manutenzione, come si legge in una delle circolari emesse dalle Sorveglianze Nazionali del Ministero, “La prevenzione della malattia consiste innanzitutto dell’impedire o ridurre al minimo le punture delle zanzare. Sarà utile quindi per coloro che intendano recarsi nelle zone in cui è presente il virus seguire le precauzioni generali per difendersi dalle punture delle zanzare: reti alle finestre o zanzariere nelle stanze in cui si soggiorna; vestiti che non lascino scoperte parti del corpo (camicie con maniche lunghe, pantaloni lunghi ecc) di colore chiaro, perché i colori scuri attraggono le zanzare; repellenti sulle parti del corpo che rimangono scoperte, tenendo presente che il sudore ne riduce l’effetto. Donne gravide e bambini dovrebbero consultare il proprio medico o farmacista prima di utilizzare questi prodotti, mentre particolare attenzione va posta ai bambini di età inferiore ai 3 mesi, per i quali l’utilizzo è invece sconsigliato.
Infine, è importante ricordare che alcune zanzare vettori di questa malattia non sono attive solo al buio, nelle ore serali, ma anche durante il giorno”.
Inoltre, prosegue la circolare, “in caso di febbre di qualsiasi natura, soprattutto se accompagnata da dolori articolari, si raccomanda ai viaggiatori di rientro da un viaggio in una zona in cui è presente la malattia di segnalare al proprio medico, o alla struttura ospedaliera a cui si sono rivolti, i Paesi in cui si sono recati. Categorie particolari come le donne in gravidanza e le persone con malattie croniche o scarse difese immunitarie dovrebbero chiedere consigli al proprio medico sull’opportunità di intraprendere un viaggio in una zona endemica per chikungunya”.
Max