Mobilità elettrica: per farla decollare e affinché sia davvero sostenibile bisogna pianificare, puntare sulla tecnologia e ridurre l’impiego dei combustibili fossili. A partire dalle città. “E’ fondamentale lavorare sull’organizzazione dei servizi di mobilità e che ci sia un ruolo istituzionale di pianificazione in maniera chiara nei territori. La sfida è nella mobilità nelle città e da qui bisogna partire creando piani di mobilità che i Comuni devono fare, indipendentemente dalle loro dimensioni, per rispondere alle esigenze di cittadini, lavoratori e turisti”. Così all’AdnKronos Gabriella Chiellino, presidente di eAmbiente.
“Bisogna lavorare sulla panificazione nelle città – sottolinea Chiellino – perché ci sia disponibilità di colonnine elettriche, in maniera uniforme. La pianificazione è fondamentale. I grandi gruppi, ognuno nelle proprie città, hanno lavorato molto, ma bisogna uniformare affinché ci sia un quadro chiaro, non legato al brand, del posizionamento di tutte le colonnine in tutta Italia”. Una pianificazione pubblica sul modello francese “dove l’autorità organizzativa della mobilità organizza i servizi della mobilità a livello nazionale definendo linee guida precise e unitarie. Giovannini con il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, penso e spero che farà un grande lavoro anche su questo”.
C’è poi “una flotta aziendale che si muove ancora concentrata su gasolio e spostamenti in macchina: bisogna rompere la dipendenza dall’auto che non deve essere più la priorità – dice Chiellino – La mobilità ha delle priorità: camminare a piedi, bicicletta, trasporto pubblico che comprende lo sharing, e in ultimo l’auto. La grande sfida è diffondere e accelerare le nuove mobilità. Anche le case automobilistiche stanno capendo che bisogna cambiare il modo di mettere le auto sul mercato con un servizio di sharing e che bisogna lavorare sull’elettrico con un’attenzione alla riconversione delle batterie” perché “per parlare di mobilità sostenibile bisogna parlare di tutta la filiera: energia, che venga da fonti rinnovabili, produzione e utilizzo delle batterie con la loro riconversione, anche per altri usi”.
Per questo, bisogna lavorare sulle tecnologie alternative. “Noi come eAmbiente abbiamo fatto un progetto innovativo incaricati da MotusE, l’associazione europea delle case automobilistiche, sulla riconversione delle batterie che, arrivate a fine vita, possono essere riconvertite in batterie, ad esempio, per impianti fotovoltaici delle case”.
“Abbiamo fatto un’analisi tecnica confrontando il processo di riconversione delle batterie di veicoli ad altro uso, tra cui quello domestico, con la filiera della costruzione ex novo – spiega la presidente di eAmbiente – e ne è emerso che sicuramente la riduzione di impatto nella catena dei sistemi di accumulo con le batterie riconvertite è sicuramente migliore. Una delle regole date da Bruxelles è la durata dei prodotti, su questo si basa la circolarità, e più la batteria viene riconvertita e dura più a lungo possibile, anche in altri utilizzi, più parliamo di sostenibilità reale”.
E poi, naturalmente, “bisogna ridurre l’impiego dei combustibili fossili, l’elettrico è una strada – dice Chiellino – però l’elettrico deve essere prodotto e molte volte viene prodotto dal gas. Bisogna lavorare sulla riduzione dei combustibili fossili, compreso il gas naturale che al momento è la spina dorsale del nostro sistema energetico, e sul cambio radicale di produzione energetica. O rischiamo che gli obiettivi che siamo dati a livello europeo e globale non siano applicabili”.