Chiara, l’appello del padre: “Il rito abbreviato? Una vergogna. Spero che il giudice respinga la richiesta”
Un tubo su per il naso per alimentarla, un altro che le trafigge la gola per farla respirare. Sul collo un catetere per drenare il sangue. Da cinque mesi l’immagine di Chiara Insidioso Monda, la 19enne pestata dal suo compagno a febbraio a Casal Bernocchi, è quella di una persona che vede la propria vita appesa ad un filo e le speranze di tornare all’esistenza di prima praticamente ridotte a zero. Attorno a lei l’affetto dell’opinione pubblica che dal giorno in cui fu resa nota la notizia l’ha praticamente adottata, sperando e pregando perché si riprenda. Parallelamente si muove la vicenda giudiziaria che vede coinvolto il suo compagno Maurizio Falcioni, reo confesso del pestaggio e in attesa di capire se la richiesta di rito abbreviato verrà o meno accettata dal giudice. Tra la disperazione nel vedere sua figlia in quelle condizioni e la rabbia nell’apprendere la notizia della richiesta al giudice, Maurizio Insidioso, padre di Chiara, parla a RomaToday della situazione, lanciando un appello a chi è chiamato a decidere sull’ammissibilità del rito abbreviato. Maurizio, cosa ha pensato quando ha letto della richiesta di rito abbreviato? Tanta amarezza anche perché dalle voci che mi sono giunte pare che il giudice sia orientato ad accettare la richiesta. Lui ha ammesso le sue colpe, ’giustificandosi’ con i motivi di gelosia. Nonostante ciò potrebbe trovarsi con una pena fortemente ridotta. Guardo Chiara che sarà per sempre ridotta così, con una vita distrutta a 19 anni, e penso a lui che tra qualche anno potrebbe essere libero. Penso sia una vergogna.
Chiara, l’appello del padre: “Il rito abbreviato? Una vergogna. Spero che il giudice respinga la richiesta”
Il rito abbreviato è però previsto nel codice penale italiano. Non c’è nessuna forzatura in tal senso Sì, certo. Nessuno lo mette in dubbio. Però mi viene da pensare che tutto così diventa un far west. In preda alla rabbia si puo’ ammazzare una persona tanto poi c’è il rito abbreviato che mi sconta la pena. Sarebbe l’anarchia totale. Cosa chiede e spera che il giudice decida? Spero che il giudice respinga la richiesta. Chiedo che la giustizia sia esemplare e venga data al colpevole il massimo della pena. Si sente solo in questa battaglia per la giustizia? No, solo no. La stampa mi è sempre stata vicina e continua a farlo. I politici vengono a trovarmi, mi danno pacche sulle spalla, ma poi altro non fanno. Loro invece potrebbero agire per evitare che cose del genere accadano. Forse è questo il rammarico più grande. I parenti di Maurizio Falcioni li ha sentiti? No, non si sono mai fatti vivi, neanche una lettera. Eppure abitiamo nello stesso quartiere. Avrebbero potuto contattarmi anche solo con una lettera anonima nella mia posta. Lei pochi giorni dopo il pestaggio, in diretta tv disse di augurarsi la morte di Chiara per non vederla più soffrire così. Lo pensa ancora? Penso che chiunque vedendo Chiara ridotta così la penserebbe come me. E’ un sentimento umano. Quella non è vita. Poi però penso al fatto che io dal giorno in cui è ricoverata al San Camillo vengo tutti i giorni in ospedale alle 10 e vado via alle 22. Per me starle vicino è tutto e pensare di non poterle neanche semplicemente stringere la mano è una cosa che mi fa morire dentro. Quali sono le condizioni cliniche di Chiara? Guardando la tac di Chiara si puo’ vedere che ha nove decimi del cervello compromesso. I medici su questo sono stati chiari nel dirmi che la situazione è compromessa. Lotta ogni giorno contro le infezioni. Ci sono giorni in cui sta bene e altri, almeno tre quattro a settimana, in cui il suo corpo si trasforma, si contorce e mi stringe la mano. Io sento che soffre. E’ terribile vederla così, ancora più terribile se penso che poi per tutto questo non avrà neanche giustizia.