Come avevamo anticipato e predetto in tempi non sospetti, la candidata vicepresidente del Partito democratico degli Stati Uniti sarà Kamala Harris. Lo ha annunciato ieri Joe Biden, sfidante in corsa per la Casa Bianca del presidente Donald Trump, dopo mesi di attesa. “Una combattente senza paura per i più deboli e una dei migliori servitori pubblici del Paese”, ha twittato Biden.
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Kamala Harris, 55 anni, è nata a Oakland, vicino a San Francisco. Prima di essere eletta senatrice della California nel 2016, è stata procuratrice distrettuale di San Francisco e poi procuratrice generale dello Stato.
Di origini per metà indiane e metà giamaicane, è stata candidata alle primarie del partito fino al 3 dicembre 2019, data in cui ha annunciato il suo ritiro. A marzo ha deciso di appoggiare Biden. Sarà la prima donna nera nella storia degli Stati Uniti che correrà per la vicepresidenza (la terza in generale).
Anche se è difficile che la scelta del candidato vicepresidente possa determinare l’esito delle elezioni (nessuno decide per chi votare in base a questo, ricorda il Post), Biden ha scelto strizzando l’occhio alla comunità afroamericana, che da mesi protesta contro il razzismo negli States.
L’importanza di questa scelta non consiste solo nelle funzioni del vicepresidente, ma potrebbe avere grandi implicazioni in futuro. Biden, 78 anni, è molto improbabile che, in caso di vittoria, si candidi per un secondo mandato nel 2024. La Harris, dunque, potrebbe godere del vento in poppa alle prossime primarie dei dem per puntare alla Casa Bianca, mai presieduta da una donna. E sarebbe la prima di origine afroamericana (non proprio strettamente) a farlo.
Mario Bonito