Onestamente non è la prima volta che, anche con frasi o modi abbastanza ‘diretti’ (o per restare in tema: crudi!), ribatte attraverso ai social al quotidiano della politica o alle vicende di costume. Tuttavia, specie negli ultimi tempi, grazie all’eco dei social, l’opinione di Chef Rubio ha assunto rilievi ‘nazionali’, provocando puntualmente polemiche e diatribe varie. L’ultima in ordine di tempo è quella seguita al post relativo alla sparatoria di Trieste, una frase diretta giunta in un momento di grande tensione/commozione, che ha trovato la replica altrettanto ‘emotiva’ del fratello di uno degli agenti uccisi. Si è così scatenata l’ennesimo bailamme mediatico con tutti contro tutti, puntualmente cavalcato in primis dalle televisioni.
Così ieri, in apertura del suo ‘Non è l’Arena’, Massimo Giletti ha prontamente cavalcato l’onda annunciando una chiamata in diretta a Chef Rubio, affermando che “viviamo in una società dove appena succede una cosa del genere – ha detto il giornalista riferendosi alla sparatoria in Questura – uno non sente altro che la necessità impellente di dire la prima stronzata che vuole dire. In certi casi sarebbe meglio evitare. Prima di scrivere certe cose bisognerebbe pensarci non una ma cento volte”. Manco a dirlo, attraverso Instagram Rubio ha subo replicato scrivendo: “Amore mio, il numero non ce l’hai quindi non sparare cazzate in diretta dicendo che mi stai chiamando, che poi gli analfabeti funzionali ce credono e me riempiono la posta de stronzate. Quindi la prossima volta evita (o chiedi alla redazione il numero vero). Che poi te poteva pure dì male (o bene, dipende dai punti de vista) e me trovavi sur cesso e allora sai quanto me tajavo. Fate ride li mortacci vostra e de chi ve paga”.
Chiamato da diverse agenzia di stampa a replicare rispetto a tali affermazioni, Massimo Giletti ha però preferito affidarsi ad un “Io a Rubio neanche gli rispondo, si commenta da solo…”.
Premesso che in uno stato di democrazia ciascuno può liberamente esprimere il proprio parere o giudizio, purché ovviamente in un contesto di educazione e rispetto, sarebbe quindi opportuno che anche chi fa comunicazione eviti di gettare sul benzina sul fuoco, soprattutto quando al centro di determinate diatribe ci sono famiglie in lutto. Il che non significa evitare di confrontarsi o ‘discutere’ rispetto ad una frase o un atteggiamento ma, ripetiamo, cercando sempre di evitare di affrontare determinati temi su un piano prettamente ‘spettacolare’ o ad effetto. Tanto è che poi spesso si perde di vista l’effetto che tali situazioni esercitano sulle persone, che siano telespettatori o follower. Ed infatti, come dimostrano i dati registrati dall’Auditel, sarà una coincidenza, ma ultimamente i programmi di Chef Rubio stanno subendo un preoccupante calo di ascolti. Infatti ‘Rubio alla Ricerca del Gusto Perduto’, in prima serata su Nove, continua a perdere spettatori: dai 373mila del 15 settembre, ieri ha toccato i 242mila; non sappiamo se è la reazione ad un programma che non funziona, o una forma di ‘boicottamento’ per come l’ex rugbista si pone nei social. Questo non per sottolineare necessariamente la conseguenza di un atteggiamento sbagliato da parte di Rubio, ma anche gli effetti negativi del processo mediatico seguito alle sue dichiarazioni. Per dirla tutta, è giusto partecipare, concorrere al quotidiano – anche denunciando le cose con severità – ma per chi fa della propria immagine una professione (e vale anche per i conduttori), sarebbe forse più opportuno mantenere un comportamento meno aggressivo e più compito.
Max