Chiedete a Inzaghi come si possa passare da una prestazione come quella di Genova con la Samp a quella di ieri sera. Sembrano quasi due squadre diverse. Eppure la Lazio è sempre la stessa, calata però in un contesto tutto diverso. Dopo 13 anni nell’Olimpico biancoceleste hanno risuonato le note della Champions League.
Sinfonia cara agli amanti del calcio. E non è un caso quindi che la banda Inzaghi si sia trasformata contro il Borussia Dortmund, avversario tutt’altro che comodo. I tedeschi sulla carta sono i favoriti del girone, sono stati strapazzati per 3-1. Ci hanno pensato Immobile, Luiz Felipe e un insospettabile Akpa Akpro a rendere glorioso il ritorno nell’Europa che conta della Lazio.
“Umiltà e sacrificio, così abbia vinto”
Al termine della gara mister Inzaghi si è presentato davanti ai microfoni sorridente, con in testa il segreto del successo: “L’umiltà con cui abbiamo affrontato un avversario fortissimo ha fatto la differenza. Loro hanno giocatori impressionanti, è una squadra fortissima. Ma hanno trovato davanti un’ottima squadra perché abbiamo fatto una partita di sacrificio. Bastava questo per ritrovare la vera la Lazio e poi dovevamo recuperare dei giocatori. Sabato contro la Samp dovevamo fare bene ma abbiamo imparato una lezione importante”.
“Noi siamo partiti con qualche ritardo dovuto a degli infortuni inaspettati – ha spiegato – per ultimo quello di Felipe Ramos che al 54′ aveva i crampi e potevo immaginarmelo. Dobbiamo recuperare giocatori importanti, come Lulic, Radu, Lazzari, Cataldi, e poi saremo competitivi come lo siamo sempre stati. Milinkovic-Savic? Ha chiesto il cambio perché ha preso una ginocchiata nell’anca.
Rinnovo? Con il presidente ci siamo sentiti come sempre, anche ieri. Abbiamo parlato, vuole sapere ma parla sempre con intelligenza. Le voci sugli allenatori poi corrono sempre…”, ha concluso Inzaghi.