Per quanto riguarda i lavoratori, la Cgia ricorda che dalla totalita’ degli addetti presenti in Italia (pari a poco piu’ di 22 milioni di unita’) sono stati “rimossi” i lavoratori autonomi, quelli del pubblico impiego, i dipendenti dell’agricoltura e tutti quelli con un contratto a tempo determinato che, per legge, non sono “coperti” da questa norma.Pertanto, su oltre 11.300 operai e impiegati, quasi 6.507.000 lavorano alle dipendenze di aziende con piu’ di 15 dipendenti, soglia oltre la quale si applica l’articolo 18.
“In una situazione economica cosi’ difficile – segnala il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – l’eventuale decisione di modificare l’articolo 18 darebbe luogo ad un duro scontro con le parti sociali che avrebbe solo ricadute negative. Mai come in questo momento, invece, abbiamo bisogno di pace e di coesione sociale. Ritengo, inoltre, che possiamo agganciare la ripresa e conseguentemente rilanciare l’occupazione privilegiando le politiche legate alla domanda. Ovvero, rilanciando gli investimenti, i consumi interni e combattere la deflazione: solo cosi’ saremo in grado di aggredire la disoccupazione”.