Dopo undici giorni di bombardamenti, alle 2 di notte del 21 maggio è iniziata la tregua tra Israele e Hamas. Il cessate il fuoco è stato mediato dall’Egitto e dalle Nazioni Unite. Antonio Guterres, segretario dell’Onu, ha chiesto a entrambe le parte “di osservare la tregua”. Fanno eco le parole del ministro degli Esteri britannico Dominic Raab, che invitato Tel Aviv e Gaza a impegnarsi per “un cessate il fuoco sostenibile e durevole”.
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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ringraziando il leader egiziano Abdel Fattah al-Sisi per il ruolo svolto nei negoziati, ha promesso di raccogliere risorse per ricostruire Gaza. “Lo faremo in piena collaborazione con l’Autorità palestinese – non Hamas, l’Autorità – in un modo che non permetta ad Hamas di rifornire il suo arsenale”.
Il conflitto – Nei dieci giorni di guerra, l’aviazione israeliano ha ucciso 232 palestinesi, ra cui 65 bambini, 39 donne e 17 anziani. Gli oltre 4.000 razzi lanciati da Hamas verso Israele, la maggior parte dei quali intercettati dall’Iron dome (il sistema di difesa di Tel Aviv), hanno ucciso 12 israeliano, tra cui due bambini di 5 e 12 anni.
Nonostante le perdite, Hamas ha rivendicato “la vittoria” nel conflitto. Lo ha detto il numero due dell’organizzazione che controlla la striscia di Gaza, Khalil al-Hayya, davanti a migliaia di persone che celebravano l’entrata in vigore del cessate il fuoco con Israele.