Nel vasto e voluminoso cartello di informazioni, documentazioni e procedure che, all’interno dei vari provvedimenti previsti con il Decreto Rilancio, si stanno rendendo necessari e importanti per poter arrivare all’ottenimento dei vari benefici o bonus (per famiglie, imprese, autonomi e partite Iva) voluti per fronteggiare la crisi economica scaturita dal lockdown per il coronavirus, vi si trova anche il cosiddetto Certificato Antimafia 2020.
Ma esattamente che cos’è il certificato antimafia 2020 e come funziona, e quali sono le novità previste dal Decreto Rilancio?
Cosa possiamo dire nel dettaglio circa il Certificato Antimafia 2020? Si tratta, in particolar modo, stringendo, una importante forma di comunicazione detta “antimafia”, la cui domanda, online, è vincolante per diverse procedure sancite e rafforzate anche dal recente DL Rilancio.
Ma nella pratica cos’è e a cosa serve? E quando è possibile realizzare una autocertificazione?
Certificato Antimafia Prefettura 2020: cos’è, a che serve, come si compila, autocertificazione, chi è obbligato
Il certificato antimafia prefettura, in poche parole è la Certificazione Antimafia Comunicazione e Informazione, vale a dire un documento che viene rilasciato dalla Prefettura a tutte quelle imprese che ne fanno richiesta con l’obiettivo di poter ottenere licenze, autorizzazioni, e partecipare alle gare di appalto, ma anche per forniture di beni e servizi nella Pubblica Amministrazione.
In virtù delle ultime novità introdotte il 07/01/2016, la Banca Dati Nazionale Antimafia (B.D.N.A.) della documentazione antimafia è operativa: e di conseguenza la documentazione antimafia comunicazione e informazione, deve essere inoltrata online entrando alla suddetta banca dati, tramite autenticazione.
I modelli per ottenere il rilascio, si possono scaricare dal sito della Prefettura e devono esseri inviati tramite PEC, vale a dire posta elettronica certificata.
Andiamo ad analizzare nel dettaglio dunque cos’è la certificazione antimafia, come funziona e come richiederla alla Prefettura.
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Aggiornamento ore 00.59
Certificato Antimafia 2020, come richiederla alla Prefettura
Il certificato antimafia prefettura è un documento antimafia, che comprende:
- Comunicazione Antimafia
- Informazione antimafia.
In base al soggetto e allo scopo della richiesta di rilascio del certificato antimafia, va richiesta online alla Prefettura l’una o l’altra domanda.
- le imprese devono procedere all’iscrizione obbligatoria nelle white list, che è la questa banca dati che le le stazioni appaltanti consultano per analizzare la documentazione antimafia nei riguardi delle imprese che operano nei settori a rischio;
- le stazioni appaltanti devono comunicare alla Prefettura, on line, il nome o la ragione sociale delle imprese per le quali è stata acquisita la documentazione antimafia attraverso consultazione dell’elenco;
- l’iscrizione alla white list 2020 è necessaria anche per la stipula, l’assenso o autorizzazione di contratti o subcontratti che fanno riferimento ad attività diverse da quella per la quale è stata conseguita l’iscrizione in elenco.
Iniziamo col vedere, quando e da chi va chiesta la Comunicazione o l’informazione Antimafia 2020.
aggiornamento ore 6.04
Cos’è la Comunicazione Antimafia 2020
La Comunicazione Antimafia 2020 rientra nella Certificazione antimafia, è un documento che rilascia la Prefettura che serve ad attestare – certificare la sussistenza o meno di una delle cause di decadenza, di sospensione o di divieto previste dall’art. 67 del D. Lgs n. 159 del 06/09/2011.
Tra le cause che negare il rilascio della comunicazione antimafia sono:
- I provvedimenti definitivi di applicazione delle misure di prevenzione;
- Le condanne con sentenza definitiva o confermata in appello per uno dei delitti realizzati o tentati elencati all’art. 51, comma 3-bis c.p.p.
Questa comunicazione, non va chiesta per:
- Rapporti tra soggetti pubblici, pubbliche amministrazioni, enti pubblici, enti e Aziende vigilati dallo stato o da altro ente pubblico, le società o imprese controllate dallo stato o da altro ente pubblico, e anche da concessionari di opere pubbliche o di servizi pubblici, contraenti generali come indicato dall’art. 176 del D. Lgs. 163/2006;
- Rapporti tra i soggetti pubblici come sopra e soggetti, anche privati, i cui organi rappresentativi e quelli aventi funzioni di amministrazione e di controllo siano sottoposti, per disposizioni di legge o di regolamento, alla verifica di particolari requisiti di onorabilità così da impedire la sussistenza di una delle cause di divieto, sospensione o di decadenza previste dall’art. 67 del D. Lgs. 159/2011;
- Per il rilascio o il rinnovo delle autorizzazioni o licenze di polizia di competenza delle autorità nazionali e provinciali di pubblica sicurezza;
- Per la stipulazione o il rinnovo di contratti e per la concessione di erogazioni a favore di chi esercita attività agricole e professionali non organizzate in modalità di impresa, e per coloro che realizzano attività artigiana in forma di impresa individuale;
- Per i provvedimenti, gli atti, i contratti e le erogazioni il cui valore complessivo non superi i € 150.000,00.
- Non va richiesta, per i rapporti fra privati e per le verifiche di cui all’ art. 38 del D. Lgs. n. 163/2006.
aggiornamento ore 10,27