“Sono passati due anni, manca da più di settecento giorni, troppo lunghi e dolorosi. Ma mio marito Mario è con me sempre, è presente in tutto quello che mi sono trovata a vivere e ad affrontare senza di lui, è in ogni istante. E’ lui che mi dà la forza, perché Mario aveva una gran voglia di vivere”. Cosi’ Rosa Maria Esilio, vedova del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ricorda in un’intervista all’Adnkronos il marito ucciso con undici coltellate il 26 luglio di due anni fa a Roma. Per il suo omicidio il 5 maggio scorso sono stati condannati all’ergastolo Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth.
“Sono state 43 udienze molto difficili, alle quali ho sempre voluto partecipare. Il momento più complesso – sottolinea la vedova Cerciello, che e’ stata assistita nel processo dagli avvocati Franco Coppi, Ester Molinaro e Massimo Ferrandino – per me e per coloro che hanno assistito a quell’udienza, è stato ascoltare in aula l’angosciosa telefonata alla centrale operativa da parte del collega che chiedeva di inviare i soccorsi perché Mario era stato accoltellato e tentava invano di soccorrerlo”.
“Un momento difficile per tutti i presenti. Stare lì ad ascoltare quel momento così concitato, le voci, i toni, i respiri affannosi e sofferenti di mio marito Mario – dice – ha scandito e squarciato un tempo sospeso tra la vita e la morte, erano i suoi ultimi respiri, l’amore della mia vita stava morendo. E tutto questo squarcia dentro”.
Mario “era un uomo giusto, coraggioso e leale – dice Rosa Maria Esilio – che si impegnava e si sacrificava per i valori in cui credeva, ogni giorno nella semplicità quotidiana, come Carabiniere e come marito, figlio, fratello e amico. Era molto generoso, dedicava il suo prezioso tempo a chi ne aveva bisogno, donava il suo sorriso o un aiuto concreto con tanta discrezione e sensibilità, era umile e onesto, ricco di valori di altri tempi e di un forte senso del dovere. Tutto il suo essere è con me e in tutto quello che mi trovo a vivere”.
“A volte chiudo gli occhi e lo vedo mentre mi guarda coi suoi occhi celesti e mi sorride mentre mi stringe la mano, con le nostre dita intrecciate senza lasciarle, questo mi dà infinito coraggio. Mario – dice Rosa Maria Esilio – vive nel ricordo di tutti, familiari, colleghi, amici e tanta gente comune. Il 5 giugno durante la celebrazione del 207° anniversario di fondazione dell’Arma dei Carabinieri mi è stata consegnata la Medaglia d’Oro al Valor Civile in sua memoria, momento così solenne e carico di tanta emozione e sentimenti d’onore”.
“Il 13 luglio, giorno del suo compleanno, è stata scoperta una stele commemorativa posata in via Pietro Cossa a Roma, proprio dove Mario è stato accoltellato. Una iniziativa che celebra la memoria del suo sacrificio e – evidenzia – rende onore a lui che indossava con orgoglio la divisa dei Carabinieri. Grazie all’Arma dei Carabinieri e grazie al Comune di Roma. Nell’anniversario della sua morte ci riuniamo in preghiera. C’è stata una messa di suffragio nel paese natio, Somma Vesuviana e ci sarà una messa di suffragio a Roma. In tanti hanno partecipato e parteciperanno pregando”. (di Assunta Cassiano e Daniele Dell’Aglio)