Complici i possibili futuri scenari possibili, fomentati anche dai dibattiti televisivi, diversi elementi non respingono la probabilità di un accostamento al M5s per dare vita a una coalizione in grado di rappresentare una maggioranza. Un’ipotesi però sempre respinta dal segretario Pd dimissionario, che finirà sicuramente al centro del dibattito interno al Nazareno, nella Direzione convocata per lunedì. Un appuntamento in vista del quale, Emiliano a parte, ciascuno – anche pubblicamente – ha tenuto a ribadire la sua fedeltà a Renzi (vedi Franceschini). E stamane la linea ’ufficiale’ viene sottolineata anche dal neo iscritto Carlo Calenda: “Se il Pd si allea con il M5S il mio sarà il tesseramento più breve della storia dei partiti politici”. Lapidario il Ministro dello Sviluppo economico, che in un precedente Twitter aveva già tenuto a precisare che “Si può ripartire solo se lo si fa insieme. Ultima cosa di cui abbiamo bisogno è arrocco da un lato e desiderio di resa dei conti dall’altro. Ridefinire il nostro messaggio al paese, riaprire iscrizioni e tenersi lontano da M5S. Il leader c’è e fa il Presidente del Consiglio”, insiste Calenda, secondo cui occorre “una presa di coscienza sul futuro del Pd non resa dei conti su passato. Ho sempre parlato chiaro con Renzi, ma mi rifiuto di partecipare ora alla rimozione collettiva di un percorso che ha avuto anche tantissimi elementi positivi. Se cercano anti-Renzi non sono io”.
M.