(Adnkronos) – Il giorno dopo il Mattarella bis il centrodestra prova a rimettere insieme i cocci, ma trova solo macerie. Giorgia Meloni torna all’attacco e va dritta al punto: ”Da questa elezione la coalizione ne esce a pezzi, per quanto mi riguarda, a livello parlamentare non esiste più, si è polverizzato pur essendo maggioranza nel Paese, va rifondato e da oggi io lavoro a questo, nulla è perduto…”.
Non lo dice apertamente ma c’è l’ha non solo con Fi e i centristi che hanno fatto venir meno i voti decisivi alla candidatura della Casellati dove si è consumata la prima vera frattura, ma anche con Matteo Salvini, che alla fine ha preferito virare sulla ‘riconferma’ dell’attuale capo dello Stato: ”Con questo Parlamento non puoi decidere niente di buono, non è più rappresentativo. Ricordo che all’ultimo vertice di coalizione eravamo tutti, ripeto tutti, contrari alla rielezione di Mattarella. Tanto che ho fatto una battuta: ‘non possiamo votare no a Mattarella’, poi non so che è successo, e ancora non lo so…”, avverte la leader di Fdi che ironizza sui 5 stelle postando un video sui social, dove ”chiedevano l’impeachment di Mattarella”. Parole pesanti, pesanti come un macigno sulla tenuta di un’alleanza che ai più sembra difficilmente ricomponibile.
Scomparso da ieri sui social, Salvini fa una nota per annunciare a un ‘Federale’ convocato per martedì per aprire “una profonda riflessione sul centrodestra” in vista “di costruire un progetto di medio-lungo termine”. Cioè strategia di governo (è il “medio termine”), prossime elezioni politiche (lungo). In attesa del ‘ritorno’ in campo e ad Arcore di Silvio Berlusconi (domani sono attese le dimissioni dal San Raffaele), Forza Italia, per bocca di Antonio Tajani, rilancia il ‘fronte popolare’ con Udc e ‘totiani’ (senza Luigi Brugnaro di ‘Coraggio Italia’) che aveva provato a portare al Colle Pier Ferdinando Casini con un patto Ursula. ”Io credo che nel centrodestra si debba rinforzare sempre di più, con scelte determinate e forti, l’anima che fa riferimento al Ppe, cioè Fi e al altre forze minori”.
Qualcuno già immagina che questo asse centrista possa allargarsi sempre più, fino a coinvolgere anche Matteo Renzi. L’azzurra Renata Polverini non lo esclude: ”Ora bisogna capire come si conformerà questo ‘blocco centrale’ che si è consolidato… Nella partita quirinalizia Renzi si è sostanzialmente posto al centro. Se poi questo -conclude l’ex governatore del Lazio- possa portare a un ragionamento successivo, non lo so…”.