Tornare a cenare in un ristorante? Forse sì, ma sotto lo sguardo attento dei militari in mimetica!
La surreale e suggestiva ipotesi, non è tratta da un ‘disaster movie’ a stelle e strisce, ma la reale proposta avanzata da Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico.
Intendiamoci, come è giusto che sia, gli esperti sarebbero per un rigido lockdown di almeno due mesi, per allentare la catena dei contagi ma, come ha spiegato lo stesso Miozzo ad un quotidiano nazionale, “non possiamo permetterci questa terapia: il Paese è in grave sofferenza con milioni di persone in stato di assoluta precarietà, ed il governo non è in grado di supplire alle necessità”.
Dunque va bene anche riaprire i ristoranti alla sera, purché vi sia un capillare sistema di controllo, onde evitare anche il minimo accenno di assembramento, ed il rispetto delle regole anti-Covid. D’altra parte, “se non vogliamo arrivare a condizioni che impongano di nuovo dolorose e insostenibili chiusure – rimarca il coordinatore del Cts – non possiamo prescindere dalla garanzia di un controllo, che fino ad oggi si è dimostrato insufficiente”.
Quindi non ci sono alternative, commenta l’esperto, che racconta: “Mi sono attirato le ire di molti amministratori locali, che si sono visti imputare la responsabilità del mancato controllo per gli assembramenti. Ma è quello che chiederei al governo: un controllo efficace del territorio almeno per i prossimi due o tre mesi, con il contributo anche dell’Esercito, delle forze dell’ordine, e della polizia locale, che stanno già facendo un lavoro straordinario. Basta vedere una divisa che agisca nei luoghi a rischio per scongiurare comportamenti irresponsabili”.
Che dire? Stiamo come stiamo e, per uscire dal tunnel, non abbiamo altre possibilità. Per averla vinta, conclude infatti Miozzo, “la squadra deve compattarsi ed evitare il gioco solitario. Vedo ancora prevalenza di interessi, piani locali che mettono in atto azioni di scarso valore per il Paese e di complicazione per le azioni che è necessario prendere a livello nazionale”.
Un discorso forse apparentemente estremo ma, considerando la posta in gioco – la nostra salute – tutto sommato sensato.
Certo, prendendo spunto dall’imminente occasione dettata dal San Valentino, non sarà facile dichiarare il proprio amore, davanti all’indiscreta presenza armata di un soldato!
Ma se sono riusciti ad uscirne sentimentalmente indenni i nostri nonni (in una Roma città aperta), possiamo riuscirci anche noi…
Max