“Non è tempo di scontri dialettici né di campagne elettorali, siamo in guerra e la battaglia si vince insieme o si perde tutti. Le vittime del Covid-19 sono come i morti sul fronte: senza pietà“. Oggi, “I sacerdoti mi ricordano i cappellani in guerra. Al cimitero ho riflettuto sul fatto che in questa terribile guerra, medici, infermieri, operatori sanitari, penso anche a chi guida le ambulanze, ai sacerdoti, sono sulla prima linea del fronte. Medici e sacerdoti sanno perfettamente il rischio che corrono e che possono pagare con la vita ma lo fanno ugualmente. Questa è una testimonianza bella e importante”.
E’ molto amareggiato Mons. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, avvicinato dall’agenzia d stampa AdnKronos.
“Qui in Umbria – spiega il porporato, dove si trova per omaggiare quanti uccisi dal coronavirus – ci sono stati venti morti ma quei pochi o quei tanti sono dei morti in guerra e possono diventare dei militi ignoti. Allora proprio perché non diventino tali, insieme ai Vescovi del Paese abbiamo pensato ad un momento di preghiera oggi per ricordare i medici morti, gli anziani, i morti intubati, i giovani deceduto senza una carezza , senza due occhi che ti guardano con amore come tutti ci augureremmo di avere nella morte. E’ stato tolto loro tutto come ai morti al fronte e allora un segno di pietà dalla Chiesa italiana. Il cimitero per noi in Toscana e in Umbria è il camposanto: luogo sacro come la chiesa”.
Il presidente della Cei si rivolge poi agli italiani, confinati all’interno della loro case: ”Per i credenti questa deve essere una reclusione attiva non passiva come quella del carcere. E il momento per riallacciare tanti rapporti che si erano sfilacciati, tra coniugi, figli. E il momento del dialogo, della collaborazione, della condivisione fra generazioni. Ho parlato con psicologi che mi dicono che sono soprattutto i più anziani a deprimersi – aggiunge poi il Monsignore – Escono quasi più anziani che giovani perché i ragazzi con i social hanno costruito un loro mondo virtuale. Poi con Skype gli studenti seguono lezioni coi loro insegnanti. Noi cerchiamo di dare sussidi, supporti con raccomandazioni. Ma sono gli anziani i più fragili. Richiedono attenzione, sostegno“.
A poche ore dal collegamento conPiazza San Pietro, dove Papa Francesco pregherà per poi somministrare a tutti l’Indulgenza Plenaria, Bassetti rassicura circa la salute di Bergoglio, alla luce dei casi di contagio avvenuti in Vaticano: “Il Papa dimostra di non avere paura per la sua persona. Pensiamo poi al coraggio con cui stasera pregherà davanti al Crocifisso miracoloso che i romani portarono in processione nel 500. Fu anche il crocifisso della Gmg del duemila con Wojtyla per chiedere la grazia per il nuovo millennio”. Quindi, in merito alla preghiera di stasera, il presidente della Cei commenta che “sarà un momento di grande conforto, e al tempo stesso sarà impressionante vedere il Papa, solo, davanti all’immensa spianata di piazza San Pietro deserta. Mi fa venire in mente un’immagine: c’è tutto un popolo che sta combattendo e Mosè con le braccia allargate al suo popolo. Il Papa svolge la sua missione sempre, ma in questo momento sta diventando un Mosè per tutta l’umanità con la sua fede e l’amore profondo per ogni uomo”.
“Ora i nostri politici debbono dimostrare unità”
Infine, come è giusto che sia, Mons. Bassetti lancia un appello alle istituzioni: “C’è bisogno che i nostri politici diano esempio di unità. Questo non è il momento della dialettica o di campagne elettorali. Questa battaglia la vinciamo insieme o siamo tutti a perdere. Tutti uniti, o insieme vinciamo o insieme periamo”.
Max