Caso Tobini, legale madre: “Troppe contraddizioni”

“David Tobini è stato da molti dimenticato. Ci sono due Procure che indagano, quella ordinaria e quella militare. Ci aspettiamo che venga fatta luce su quanto accaduto in quella trincea in Afghanistan”. L’avvocato Paolo Pirani è il legale di Annarita Lo Mastro, la madre del caporalmaggiore David Tobini, ucciso in Afghanstian il 25 luglio di dieci anni fa. “Tra due giorni è il decimo anniversario e ancora aspettiamo giustizia”.  

Il legale ha fatto opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura di Roma. Adesso si attende la decisione del gip che deve sciogliere la riserva. Ma ad indagare è anche la Procura militare. “Io ho chiesto una serie di attività -dice Pirani all’Adnkronos – ad esempio sulla lettera alla madre, scritta da David, e poi sparita nel nulla. La competenza specifica è della Procura militare. La lettera era un effetto personale di David, ci devono spiegare che fine abbia fatto. E la Procura militare “dovrà poi certificare se ci sono dichiarazioni non corrispondenti alla verità”. Anche l’avvocato Pirani, come la madre del giovane parà della Folgore, parla di “contraddittorietà” nel corso dell’inchiesta, chiusa auna prima volta e poi riaperta. “La Procura non ha fatto consulenze – spiega – si è rivolta ai Carabinieri del Ris. La prima volta viene fatta una analisi non completa e nella seconda attività demandata ai Ris, non fanno nessun accertamento, nemmeno sull’elmetto. Noi manifestiamo una contraddittorietà nella risposta dei ris perché diciamo che nella prima perizia c’era una contraddizione su quello che diceva il medico legale e il Ris”.  

“Il Ris diceva che il colpo ricevuto da David era posteriore, mentre il medico legale dice il contrario, che era anteriore verso dietro. Non è possibile, noi abbiamo evidenziato che il colpo è posteriore. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare senza l’elmetto”. E cita Paride Minervini, l’ufficiale di complemento della Folgore che “ha fatto la cosa più semplice: ha preso uno spillo lo ha fatto passare per due punti dall’elmetto di David – dice l’avvocato all’Adnkronos -e abbiamo potuto constatare in maniera certa e inequivocabile quale era il tramite, che era posteriore. Allora se il tramite è posteriore, la procura mi deve spiegare per quale motivo chiede l’ archiviazione”. E ribadisce che “il colpo che ha ucciso David è una munizione di medio e piccolo calibro, munizionamento 5.56 in dotazione alle forze dell’Esercito italiano. Qualcuno deve darmi una risposta”. E punta l’attenzione ancora sull’elmetto: “Non è mai stato analizzato da un punto di vista radiografico, non è mai stato fatto l’esame chimico sul residuo di polvere dell’esame sull’elmetto. E si continua a dire che David è stato colpito dal fronte nemico, quando il colpo sta nella parte posteriore”.  

Nella memoria depositata dal legale, si legge, tra l’altro: “Emergono ulteriori e sconcertanti lacune nell’ambito degli accertamenti balistici condotti dal Ris, comprovati da una ulteriore relazione tecnica a firma del CT Paride Minervini al quale la parte offesa si è rivolta per fare eseguire delle prove balistiche”. “Tobini è stato attinto da un colpo di arma da fuoco da una distanza superiore ai cm 40 (compreso) – -si legge -Tobini è stato attinto da un proiettile calibro 5,56 NATO modello SS109. L’Elmetto di Tobini, presenta 2 traiettorie: la prima esterna-interna dal basso verso l’alto, da sinistra verso destra da dietro verso l’avanti. La seconda traiettoria è identificabile dal momento che il proiettile ha attraversato la parete dell’elmetto, ha attinto la piastra di fissaggio della “gabbia” si è deviato creando la breccia cranica e poi ha proseguito lacerando la parte cutanea non trattenuta dalla “gabbia” dell’elmetto, tranciando la cinghia di sostegno posteriore dell’elmetto per poi terminare la sua corsa nella parte interna dell’elmetto senza perforarlo. La traiettoria esterna non risulta compatibile con quella descritta dai medici legali nella relazione autoptica, in quanto non è “dall’avanti all’indietro” ma dall’indietro all’avanti”. E ancora: “Da una prima analisi dell’elmetto indossato dal C.M. Tobini, è possibile affermare che lo stesso è stato attinto e perforato da un proiettile di piccolo-medio calibro 5,56 NATO SS 109; per conoscere l’idoneità dell’elmetto a proteggere il Tobini, bisogna avere la scheda tecnica dell’elmetto in Kevlar anti-proiettile e conoscere i test di collaudo dello stesso (lotto e modello)”.  

Intanto la famiglia attende la decisione del gip che si è riservato. “Cosa ci aspettiamo? – conclude l’avvocato all’Adnkronos – Una delle poche volte che mi capita di attendere cosi tanto per un procedimento in riserva mi fa pensare che c’è una lettura e una attenzione particolare per il fascicolo. Io mi attendo che il gip accolga le richieste che noi abbiamo fatto, significa non lasciare dubbi che altrimenti rimarrebbero irrisolti”. “Mi aspetto che un giudice attento, che legge tutti i passaggi, non possa non accogliere l’opposizione all’archiviazione, anche per evitare che ci sia un altro caso Tobini”. 

“La mamma di David cerca delle risposte a quelle che solo la procura può dare – dice – E’ il gip che può costringere la Procura a fare delle ulteriori indagini. Io sono abituato a fare indagini difensive senza chiedere nulla a nessuno ma mi è impedito da elementi oggettivi, non posso farlo”.