La Lazio, il presidente Lotito e i medici Ivo Pulcini e Fabio Rodia sono stati deferiti dalla Procura federale per il caso tamponi. La decisione è arrivata seguito della chiusura delle indagini del 22 gennaio: le accuse sono varie, alcune pesanti. La Lazio dovrà rispondere a titolo di responsabilità diretta, oggettiva e propria.
Lotito e i due medici biancocelesti invece sono accusati di “non aver provveduto a far rispettare o comunque per non aver vigilato sul rispetto delle norme in materia di controlli sanitari”. La lunga lista dei capi d’imputazione è contenuta nel provvedimento destinato al club biancoceleste. La Lazio è accusata di “non aver tempestivamente comunicato alle Asl competenti la positività al COVID di otto tesserati, riscontrata, il 27 ottobre 2020, in vista dell’incontro di Champions League Brugge-Lazio”.
E per “non aver comunicato alle Asl competenti i nominativi dei ‘contatti stretti’ dei tesserati positivi, e per non aver ‘concordato’ con le Asl locali competenti le modalità dell’isolamento fiduciario dei tesserati del Gruppo Squadra ‘positivi’ e la quarantena dei tesserati del gruppo Squadra ‘negativi’.
Il caso sarà trattato dal tribunale federale della Figc: le eventuali sanzioni variano in base alla gravità della violazione riscontrata: vanno dalla ammenda ai punti di penalizzazione fino, nei casi più gravi, alla retrocessione e all’esclusione dal campionato.