(Adnkronos) – “Sono sempre stato convinto che Wojtyla sapesse cosa era successo a Emanuela
; quando ci venne a trovare 6 mesi dopo la scomparsa mi parlò di terrorismo internazionale, ma lui permise che calasse il silenzio e che il silenzio rimasse su questa vicenda anche dopo. Papa Francesco ci ha messo 11 anni a riaprire il caso e mi auguro ci sia la volontà di fare chiarezza”. Lo ha detto Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, a ‘Verissimo’ su canale 5.
“L’inchiesta aperta in Vaticano dopo 40 anni è una cosa positiva e ora qualche passo avanti deve farlo perché possiamo arrivare alla verità – ha aggiunto – io però la parola perdono l’ho cancellata dal vocabolario. Dopo tutte le cose successe non posso dimenticare. Quando sento la dichiarazione del segretario di Stato, cardinal Parolin, che pochi giorni fa ha detto di fare chiarezza perché c’è una madre che soffre, io vorrei dirgli che in questi 40 anni nessuno si è stracciato le vesti per questa madre che soffriva”.
“Quando vado a trovare mia madre lei mi chiede sempre ‘ma allora Emanuela l’hai trovata?’ Lei aspetta sempre la bella notizia, che prima o poi arriverà, sono sempre ottimista”, ha aggiunto il fratello della cittadina vaticana scomparsa nel giugno del 1983. Quanto al presunto dossier, Pietro Orlandi ha affermato: “Lo vide il cameriere del Papa, Paolo Gabriele che era amico mio, e lo stesso padre Georg lo disse al mio avvocato, le disse ‘il dossier c’è ma sta in segreteria di Stato’, quindi quando ora dice che lui non ce l’ha è vero”.
Tornando poi sulle parole pronunciate su Giovanni Paolo II, ribadisce: “Quella cosa che Wojtyla uscisse di nascosto la sera era una frase che dicevano tutti quanti. Io non ho offeso nessuno e per questo non mi sono mai scusato. Ho riportato le parole di un audio, non mie, in cui si fanno dichiarazioni pesanti su Papa Wojtyla e sulla questione di Emanuela. Ho ritenuto opportuno farle ascoltare al promotore di giustizia affinché sentano questa persona”, ha spiegato Orlandi.