Per il “serio sistema illegale di trasferimento di denaro pubblico per scopi privati” che ha trovato “ampie prove, oltre ogni ragionevole dubbio” nelle indagini sul caso Maugeri, il sequestro fornito dalla Procura della Corte dei Conti di 5 milioni di euro è stato convalidato (comprese rendite, rendite, conti correnti e immobili) allex governatore lombardo Roberto Formigoni, da 4 milioni a Umberto Maugeri, ex presidente della Fondazione, da 4 milioni allex direttore finanziario Costantino e 10 milioni a Pierangelo il fissatore Daccò e lex consigliere regionale Antonio Simone.
A dare lok è stato il giudice Vito Tenore con un provvedimento depositato alla vigilia di Ferragosto e che accoglie la ricostruzione del pm Antonino Grasso e Alessandro Napoli, guidati da Salvatore Pilato, che hanno sfidato i principali protagonisti del caso giudiziario di circa 60 milioni euro e, di conseguenza, ha firmato misure cautelari bloccando le quote del presunto profitto realizzato da ciascuna per un totale di 30 milioni.
Nel procedimento penale per lo stesso episodio di tangenti in sanità, Formigoni è già stato condannato a sei anni di primo grado, il prossimo 19 settembre è in attesa della sentenza di Appello. Quando la notizia del sequestro preventivo è uscita a giugno, lex governatore, interrogato dai giornalisti, ha definito la notizia come una “notizia falsa”: “Nulla di ciò che possiedo – ha detto allepoca – tutto ciò che avevo (piccolo in realtà) ero già sequestrato per anni per ordine della magistratura “.
Come affermato nella clausola di convalida del sequestro del milionario, leggiamo che esiste un “potente numero di prove” che testimonia il “danno allo stato” dato dai “molteplici fatti correttivi messi in atto dal 2006 al 2011 da il vertice della fondazione Maugeri (…) contro Formigoni “, attraverso Daccò e Simone,” per ottenere, con interferenze nel processo decisionale, più rilevanti finanziamenti pubblici regionali (rispetto a quelli dovuti a servizi innegabilmente resi dai Maugeri clinica riconosciuta anche in ambito criminale) e deviando ulteriormente ingenti somme di denaro pubblico – continua il giudice in un passaggio dellatto del 14 agosto – inteso ai fini di un interesse sociale significativo e basilare (cure mediche) “.
Il giudice, che sposa pienamente la ricostruzione delle sentenze penali, ha ribadito che Formigoni, definito “ufficiale ufficiale corrotto”, avrebbe percepito “estremamente utile, per oltre 5 milioni di euro”, viaggi, vacanze, ristoranti, alberghi, utilizzo della villa in Costa Smeralda e così via, in cambio di interventi e atti amministrativi regionali “ispirati ad una logica di evidente favoritismo” verso la fondazione con sede a Pavia. Vicende queste che “non sono state plausibilmente negate da Formigoni fornendo spiegazioni alternative (…) ai fatti, soprattutto per quanto riguarda lenorme e anomala utilità ricevuta”.