Caso Grillo j, “Mi disse che fu violentata da tutti”

(Adnkronos) – (dall’inviata Elvira Terranova) – “Mi hanno violentata, tutti”. Singhiozzava e tremava, quella mattina, quando raccontò all’amica lo stupro di gruppo che avrebbe subito la notte prima nel residence di proprietà di Beppe Grillo, da quattro ragazzi, Ciro Grillo e tre suoi amici. A ripercorrere quei momenti è stata oggi, in aula, la giovane che si trovava quella notte con ‘Silvia’, il nome è di fantasia. Ex amiche, ormai, perché quel trauma le ha separate. In poco meno di nove ore di deposizione, in due udienze, la giovane milanese, che oggi ha 23 anni, ha risposto alle domande, tante, tantissime, di accusa e difesa. E lei non ha mai avuto tentennamenti. Ha sempre risposto, con puntualità, senza contraddirsi. Lei, secondo la Procura, quella notte, mentre dormiva, avrebbe subito degli abusi sessuali con foto e video osceni. Mentre l’altra ragazza sarebbe stata stuprata dai quattro. E dopo quella notte, la sua amica “si sentiva solo un corpo che camminava”. “Non le interessava più di se stessa”, racconta ancora la giovane nel corso del controesame, rispondendo alle domande dei legali degli imputati. Alla sbarra ci sono Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, tutti accusati di violenza sessuale di gruppo.  

La ragazza ha raccontato che poco dopo le 12.30 del 17 luglio 2019 l’ormai ex amica si era svegliata e piangeva, mentre era struccata e in accappatoio. “Singhiozzava”, ha detto. “E mi disse che era stata violentata”. “io le chiesi da chi e lei mi rispose: ‘da tutti”. Quella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 le due ragazze dopo una notte al Billionaire andarono nel residence di proprietà di Beppe Grillo. Lì mangiarono e poi sarebbe avvenuta la violenza di gruppo nei confronti dell’amica della giovane che ha deposto oggi in aula, a porte chiuse. Secondo l’accusa, i quattro nell’estate del 2019 avrebbero scattato delle foto hard mentre la giovane teste chiave dormiva sul divano.  

La ragazza, nel corso del controesame, ha ripetuto la frase che le avrebbe riferito l’amica ‘Silvia’, all’indomani del presunto stupro. “Lei, però, non ha sentito niente, non ha visto niente”, sottolinea all’uscita dall’aula l’avvocata Antonella Cuccureddu, che difende uno degli imputati, Francesco Corsiglia. “La mattina dopo Silvia le ha detto ‘Mi hanno violentata’ – spiega la legale – Però ha anche detto ‘Ci facciamo accompagnare a casa’”. “Quella mattina la mia amica era sconvolta”, ha detto ancora a teste chiave. E ha spiegato ancora, ribadendo quanto detto ieri al Procuratore Gregorio Capasso e alle parti civili che non aveva capito quanto fosse accaduto. Ma lo avrebbe appreso solo all’indomani. La vide accanto al letto, nel residence di Beppe Grillo, in accappatoio accanto al letto, che piangeva. “Io le chiesi più volte cosa fosse successo e lei mi disse ‘Niente’. Solo dopo qualche ora la giovane milanese, oggi 23enne, avrebbe appreso quanto accaduto.  

“Quando ieri, in aula, la ragazza raccontato cose le avevano fatto i giornalisti nella sua vita ha avuto un sussulto, non ha pianto, ha detto che non viveva più perché era ‘terrorizzata dall’idea’ che la chiamassero i giornalisti da un momento all’altro. Ha detto ‘Vivevo con l’incubo, perché avevano contattato un mio amico’. Insomma, la sua vita è stata rovinata dai giornalisti”, ha detto oggi l’avvocata Cuccureddu. 

Oggi la ragazza si dice “dispiaciuta” per quanto avvenuto. Le due da allora non si sono più parlate. E ieri nel corso dell’udienza il Procuratore le ha chiesto di leggere un messaggio che lei aveva inviato via WhatsApp a Silvia 9 giorni dopo il presunto stupro. Le due si erano incontrate in un bar a Milano. “Era fredda con me – ha detto – e così le scrissi un whatsapp per scusarmi di non essere stata presente dopo quello che le era capitato”. “Ma non avevo capito cosa fosse accaduto”. Ieri l’ex amica era venuta in aula ma è stata fatta allontanare perché teste in una delle prossime udienze. 

La teste ha anche confermato, che quando si svegliò all’indomani nel residence, avrebbe sentito Ciro Grillo dire a voce alta: ‘Io me la sono portata a casa perche’ me la volevo scop…, invece se la sta scop…lui’, riferendosi all’amico Corsiglia. “Tutti erano assolutamente consapevoli di quello che facevano e lucidi”, ha sottolineato l’avvocato Gennaro Velle, che difende con Cuccuruddu il giovane Corsiglia. 

Quel trauma avrebbe anche interrotto un’amicizia molto forta tra le due giovani. apparentemente normale nei giorni successivi come per proteggersi dall’accaduto, accantonandolo. L’amicizia e’ finita nella primavera del 2020, poco prima che arrivasse la chiamata del pm di Tempio Pausania che stava conducendo le indagini, dopo la denuncia presentata da ‘Silvia’ al rientro a Milano. Solo in quel momento la teste chiave sarebbe venuta a conoscenza delle foto osè scattate sulla sua faccia mentre dormiva da tre dei quattro ragazzi, perché Corsiglia non è coinvolto in quanto dormiva. “Foto che l’hanno fatta sentire svilita”, ha detto oggi uno dei suoi difensori.  

Ma qual era lo stato in cui si trovavano le due giovani quella sera? Hanno chiesto i difensori in aula. “Non erano né sobrie, né ubriache o incapaci di controllarsi”, raccontano gli avvocati all’uscita dell’aula, al Palazzo di Giustizia di Tempio Pausania. La difesa degli imputati continua a ribadire che “le due ragazze erano lucide”, mentre l’avvocato Vinicio Nardo, legale di parte civile della giovane teste chiave di oggi dice che “non erano ubriache”. “Avevano sì bevuto, ma non avevano tenuto comportamenti che facessero sospettare di non sapersi controllare”. 

La presunta vittima dello stupro sarà sentita nelle prossime quattro udienze, come stabilito oggi dal Presidente del collegio, Marco Contu. La giovane italo-norvegese sarà ascoltata in aula il 7 e l’8 novembre e poi il 13 e il 14 dicembre. Saranno le udienze più importanti, nel corso delle quali verrà ascoltata la viva voce della giovane, che ieri si era presentata in aula, con la mascherina e i capelli legati, per non essere riconosciuta, accanto alla sua legale, l’avvocata Giulia Bongiorno e all’avvocato Dario Romano. Ma il Presidente Contu, dopo le rimostranze della difesa degli imputati, l’ha fatta uscire. Proprio perché sarà ascoltata nelle prossime udienze.