Riparte domani a Tel Aviv il processo per decidere della sorte di Eitan, il bambino di 6 anni unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone. Lo scorso 23 settembre, nella prima udienza sulla contesa per l’affidamento tra la famiglia paterna e materna – nonni da un lato e zia italiana dall’altro – il giudice israeliano aveva preso una decisione provvisoria alquanto ‘salomonica’: tre giorni con la famiglia paterna e tre con quella materna almeno fino all’8 ottobre, giorno del ritorno in aula.
Le prossime udienze in calendario sono domani mattina a partire dalle 9, sabato 9 ottobre dalle 20.30 per il rispettare lo Shabbat e domenica 10 con inizio dall’udienza alle ore 13.30. C’è da capire se già al termine di questa tre giorni potrà arrivare una decisione o se invece, probabilmente, servirà più tempo per decidere – in base alla Convenzione dell’Aja – il ritorno del piccolo in Italia, a casa della zia Aya che vive alle porte di Pavia.
In attesa della decisione, le famiglie hanno chiesto il totale silenzio stampa per proteggere il bambino. Lo scorso 11 settembre il nonno materno Shmuel Peleg, con la scusa di passare qualche ora con il nipote, lo aveva portato in Israele con un volo privato partito dalla Svizzera. L’uomo è indagato dalla procura di Pavia – insieme alla nonna del piccolo e all’autista – per sequestro di persona aggravato dalla minore età di Eitan che nell’incidente del 14 maggio scorso ha perso i genitori e il fratellino. A occuparsi del suo caso c’è anche la giustizia italiana: il prossimo 22 ottobre al tribunale per i Minorenni di Milano si terrà l’udienza contro la nomina della zia paterna come tutrice del bambino.