Il Pd chiede dimissioni, Salvini replica, contrattacca, si trincera dietro le proprie convinzioni, e Di Maio afferma con estrema chiarezza che se Salvini abbia esagerato o meno non mene frega niente, limportante è che con lintervento del presidente si sia sbloccata la situazione”. Con questo fiume di parole si sviluppa il controverso caso Diciotti, con il vice premier pentastellato che decide di schierarsi con il Presidente Mattarella e la sua presa di posizione. Al centro della questione il caso Diciotti e lo sbarco di Trapani, che sembrerebbe portare un po di sale, se non proprio dissociazione di interpretazioni e idee, allinterno della maggioranza bicolore gialloverde della Lega e dei Cinque Stelle.
“Se Mattarella è intervenuto bisogna rispettare il presidente”, ha sostenuto il leader del M5s intervenendo nel corso della trasmissione televisiva Agorà Estate, andando così di fatto a sconfessare la visione dellalleato di governo. “Servono procedure più veloci, noi avevamo la preoccupazione che dovesse essere perseguito chi aveva commesso violenza sulla nave, ma deve esserci un messaggio chiaro: i cittadini si aspettano che la giustizia trionfi sempre e in questi casi, in caso di illeciti le persone siano individuate e perseguite. Ha competenza la magistratura, aggredire gli equipaggi non è accettabile. Che Salvini abbia esagerato o meno non mene frega niente, la cosa importante è che con lintervento del presidente si sia sbloccata la situazione”.
Dalla sua parte, del resto, non si poteva che aspettare una fermezza concettuale da parte di Matteo Salvini. Laltro vicepremier e ministro dellInterno, infatti, va avanti per la sua strada e non lo lascia intendere, ribadendolo forte, semmai. “Andrò fino in fondo finché qualcuno non venga assicurato alla giustizia” ha affermato a Rtl. “Io volevo che le indagini spiegassero cosa era accaduto, per il momento ci sono indagati”. Il leader leghista e del Viminale chiarisce che “mi farebbe arrabbiare se coloro che sono sbarcati finissero tutti a piede libero, la certezza della pena deve essere fondamento per italiani e soprattutto per chi è ospite, non voglio che finisca tutto a tarallucci e vino”.
Tuttavia, in merito ai contrasti con il Capo dello Stato Salvini decide di vestirsi da pompiere: “Non si è mai intromesso in quello che ho fatto come ministro dellInterno. Io non ho niente da chiarire. Se comunque Mattarella vuole capire cosa ho fatto io sono a disposizione, ma la lotta ai clandestini è una delle priorità del Paese”.
Una situazione delicata sulla quale spinge il Pd, provando a mettere pressione al nuovo titolare del Viminale.
“Di fronte allincapacità del ministro dellInterno di assolvere al suo compito, senza ogni volta buttarla in propaganda e provocare, Salvini dovrebbe dimettersi per il bene del Paese” ha affermato il segretario democratico Maurizio Martina a Radio Capital. “Se sei impegnato in una vicenda cosi delicata non puoi sempre fare sceneggiate. Come pensa di governare situazioni come queste? A colpi di tweet e di facebook? Se mettiamo in fila le cose dette in queste settimane ci accorgiamo che lItalia non è più sicura ma più isolata e se guardiamo i dati, il numero delle morti in mare rispetto alle partenze sono aumentate ed è un dato preoccupante”, ha continuato il leader del Pd.