(Adnkronos) –
Marco Venturi, l’ex fidanzato di Carlotta Benusiglio, non è l’assassino della 37enne stilista ma ha responsabilità nella morte della giovane trovata senza vita in piazza Napoli a Milano la mattina del 31 maggio del 2016. Lo ha stabilito il gup Raffaella Mascarino che ha condannato l’imputato a 6 anni di carcere riqualificando l’accusa da omicidio volontario in “morte come conseguenza di altro reato” e riconoscendo gli episodi di lesioni (tranne uno) e stalking. Riconosciuto il risarcimento (provvisionale) per la sorella Giorgia e la madre Giovanna Palazzi, parti civili nel processo con rito abbreviato, pari a 200mila euro a testa. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni.
“Siamo contente che la responsabilità sia stata ricondotta a Marco Venturi, non è stato condannato a tanti anni ma in questo modo è stata restituita dignità a mia sorella. Credevo nella giustizia e non mi sono sbagliata”, le parole della sorella che insieme alla mamma era presente in aula. “Probabilmente il giudice ha immaginato che la condotta precedente, lo stalking o quanto avvenuto quella sera, abbia determinato la morte di Carlotta. Non ci interessa il risarcimento economico, ma che sia stata riconosciuta la responsabilità dell’imputato”, il commento dei legali di parte civile, Gian Luigi Tizzoni e Pier Paolo Pieragostini.
Contro Venturi il pm Francesca Crupi aveva chiesto 30 anni di carcere sostenendo che la sera del 31 maggio 2016 la coppia ha litigato, lui l’avrebbe strangola e avrebbe inscenato l’impiccagione lasciandola adagiata a un albero nei giardini di piazza Napoli, con una sciarpa intorno al collo. “L’ipotesi dell’accusa che Venturi ha strangolato e inscenato il suicidio della Benusiglio è completamente caduta per quanto posso capire dal dispositivo del giudice di cui mi sfugge la logica sia fattuale che giuridica”, sono le parole del difensore Andrea Belotti, che insieme alla collega Veronica Rasoli assiste il 45enne.
“Marco Venturi è deluso, perché è arrivata una sentenza di condanna. Ciò che conta, comunque, è che nessuno possa azzardarsi a definirlo l’assassino dell’ex compagna, questo è un punto a nostro favore”, aggiunge il legale che annuncia: “Faremo assolutamente ricorso”. Una “piccola soddisfazione è che Venturi è stato assolto da un episodio di lesioni, quello dove in tv giravano numerosissime immagini di lei con gli occhi tumefatti. Confido che venga assolto in appello da tutto il resto, a cominciare da una riqualificazione giuridica per la quale attendo di leggere con attenzione le motivazioni del giudice”.
A sei anni dalla morte di Carlotta arriva così la prima sentenza di un’indagine piuttosto travagliata che ha visto avvicendarsi tre pubblici ministeri. Venturi è passato dall’essere persona informata sui fatti, col fascicolo in via di archiviazione, a essere indagato per istigazione al suicidio e poi omicidio volontario aggravato con l’ipotesi di aver strangolato la fidanzata. Se gli investigatori, all’inizio, propendevano per l’ipotesi di un ‘banale’ suicidio, le successive consulenze della procura e svolte anche da esperti incaricati dai familiari della vittima hanno portato ad altre considerazioni.