(Adnkronos) – “In ogni provvedimento giudiziario c’è uno spazio, assolutamente fisiologico, per la legittima interpretazione della norma di riferimento da parte del magistrato estensore. Talvolta la legittima e libera interpretazione del magistrato dà fastidio al potente di turno. Ma il diritto si evolve e si adatta alle mutate esigenze della società proprio perché esiste la possibilità di una sua interpretazione altra”. A dirlo, in una intervista all’Adnkronos, è il Procuratore generale di Cagliari Luigi Patronaggio, parlando delle polemiche sorte dopo il provvedimento firmato dalla giudice catanese Iolanda Apostolico che ha bocciato l’espulsione di 4 tunisini che arano sbarcati a Lampedusa.
“Il sistema, attraverso le impugnazioni, permette alla corte di legittimità e alla corte costituzionale di verificare la correttezza giuridica del provvedimento. Questo è il gioco della democrazia”, spiega ancora il magistrato, che in passato ha ricoperto incarichi importanti prima presso la Procura e poi presso la Procura generale di Palermo, occupandosi di inchieste antimafia.
Alla domanda se le interpretazioni normative di un giudice possano allarmare, dal momento che tutti i sistemi giuridici hanno dei meccanismi di controllo e autoregolazione, Luigi Patronaggio replica: “La legittimità e la correttezza di un provvedimento non esclude che il suo estensore debba serbare un comportamento che non lo esponga a censure. Anzi: più incisivi ed innovativi sono i provvedimenti, tanto più l’estensore, secondo l’insegnamento del beato Livatino, deve astenersi da pubbliche manifestazioni”.
Ma Luigi Patronaggio avrebbe partecipato ad una pubblica manifestazione connotata politicamente? “Personalmente non ho mai partecipato a nessuna manifestazione politica, e ciò nonostante in passato abbia ricevuto ingiusti attacchi alla mia professionalità”. E la sua collega Apostolico ha sbagliato a partecipare, nell’agosto del 2018, al porto di Catania a una manifestazione, come si evince da qualcuni video, nel corso della quale venivano duramente attaccati la Polizia e l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini? “Resta la libertà delle scelte individuali che, purtroppo, in un clima di grandi contrapposizioni politiche, come l’attuale, deve indurre a grande prudenza”.