Il direttore editoriale del Salone del Libro di Torino, Nicola Lagioia si esprime sullormai nota questione della casa editrice Altaforte che è stata esclusa dalla kermesse, scatenando lidea di Polacchi. “Siamo passati in cinque, sei giorni da un problema di contrattualistica privata a un problema di politica. La questione dal punto di vista simbolico si era fatta talmente grande che è anche giusto che sia passata al livello politico e quindi il presidente Chiamparino e la Appendino hanno preso una decisione politica. E per come si erano messe le cose è la decisione migliore”.
Caso AltaForte, Lagioia: la questione è politica. Precisazioni dopo la decisione di escludere AltaForte.
Sono questi i termini in cui si è espresso il direttore editoriale del Salone del Libro di Torino, Nicola Lagioia dopo essere giunto presso il Lingotto per la cerimonia di inaugurazione della Fiera che è stata anticipata da un voluminoso mare polemiche. Ma sulla questione si è anche espresso Matteo Salvini. “Sono pericolosissimi i processi alle idee e i roghi dei libri” ha detto il vice premier Matteo Salvini, nel corso di un incontro a Pesaro, e chiamato a commentare le vicende relative al caso AlfaForte del Salone del libro di Torino. “Siamo nel 2019 alla censura dei libri in base alle idee. Ma non ha mai portato fortuna il rogo e la censura dei libri. Alle idee si risponde con le idee non con la censura. Alla faccia dei compagni democratici che decidono chi può andare al Salone del libro e chi non ci può andare, fanno i processi alle idee”. A rispondergli, a stretto giro di posta, è stato Chiamparino. “Nessuna censura né tanto meno rogo dei libri, come evoca Matteo Salvini”, dice il presidente della Regione, Sergio Chiamparino. Forse il ministro dellinterno avrebbe preferito stare con il fascista editore della sua intervista e avrebbe lasciato fuori la vittima di Auschwitz. Però il ministro dellInterno di un governo serio dovrebbe innanzitutto far rispettare le leggi Scelba e Mancino che applicano la Costituzione”.