Al momento gli investigatori hanno preferito mantenere il più stretto riserbo su questa allucinante vicenda. Nel frattempo, oltre allindividuazione dei resti di una bottiglietta infranta con liquido infiammabile, ifilmati di alcune telecamere di sorveglianzadella zona avrebbero fermato le immagini di almeno un individuo incappucciato intorno al parcheggio dove era in sosta il mezzo, con una molotov in mano, ma nullaltro è stato possibile sapere in merito. Come dicevamo, la faccenda è troppo delicata: scartato fortunatamente fin da subito il movente razziale, le indagini avrebbero preso invece una pista interna agli ambienti rom. Perché col passare delle ore, in merito al raccapricciante rogo del camper in sosta al Casilino 23, con allinterno 13 membri di ununica famiglia (moglie, marito ed 11 figli), prende sempre più corpo l’ipotesi che potrebbe addirittura trattarsi di una vendetta maturata in ambienti rom. Tanto è che rimane laccusa di omicidio volontario. Viste però le drammatiche conseguenze del folle gesto (costato la vita a tre sorelle di 20, 8 e 4 anni), la domanda è, semmai fosse umanamente pensabile tale reazione: come si può uccidere in questo modo coinvolgendo creature innocenti?
M.