Anche se non toccato dal problema, qualsiasi residente della Capitale è perfettamente a conoscenza delle dimensioni rappresentate dall’emergenza abitativa.
Qui migliaia di famiglie, spesso costrette a dover vivere in condizioni disastrose, da anni continuano ad attendere l’assegnazione di un alloggio popolare o del Comune.
La storia è sempre la stessa, con l’edificazione bloccata, a fronte di una casa che miracolosamente torna a disposizione delle graduatorie, nel frattempo, nelle stesse vanno aggiungendosi centinaia di nuovi nominativi. Praticamente è un cane che si morde la coda.
In tutto ciò, nonostante le evidenti difficoltà, c’è però da dire che l’Ater ha lavorato molto e bene, basti pensare che a fine ottobre è riuscita a reperire 100 alloggi e, soltanto 15 giorni fa, altri 200. Parliamo di ben 300 appartamenti vuoti, all’interno della città, dati in carica al Comune per le assegnazione. Al momento però tutto tace e, come dicevamo, chi vive nella Capitale sa perfettamente cosa significhi una casa Ater vuota per più di una settimana: l’immediata occupazione abusiva.
Un atteggiamento quindi inspiegabilmente superficiale quello della giunta capitolina, se non fosse che, come diceva l’VIII Re di Roma, Giulio Andreotti: “A pensar male si fa peccato ma quasi sempre si indovina!”.
Il sospetto comune infatti è dato dalla coincidente campagna elettorale per le comunali: come non pensare che le 300 assegnazioni possano finire in un preciso copione mediatico?
Nel dubbio, rodato da anni di esperienza sul campo, il responsabile Casa del Pd, Yuri Trombetti, insieme al capogruppo del comune di Roma, Giulio Pelonzi, e al segretario Pd Roma, Andrea Casu, hanno deciso di manifestare le loro perplessità davanti alla sede del dipartimento Politiche Abitative di piazza Giovanni da Verrazzano, protestando contro le mancate risposte di Roma Capitale, in tema di emergenza abitativa.
Un flash mob per chiedere conto all’Amministrazione pentastellata della mancata assegnazione degli alloggi di edilizia popolare messi a disposizione dalla Regione Lazio e dall’Ater, già ad ottobre 2020, soprattutto oggi, come abbiamo detto, alla luce di ben 300 abitazioni da poter assegnare agli aventi diritti. “Invece – spiegano i tre – siamo a conoscenza del fatto che le graduatorie sono ferme al 2019 e che non sono state aggiornate con le nuove domande presentate nel 2020 e nel 2021”.
“Inoltre – incalza ancora Yuri Trombetti – l’aspetto ancor più vergognoso non è solo l’incapacità dell’amministrazione di aggiornare le graduatorie ma anche il fatto che, pur in presenza di disponibilità di alloggi popolari, ai potenziali inquilini vengono proposte soluzioni abitative fuori comune come Frascati e Marino”.
E’ quindi abbastanza chiara la richiesta del Pd Roma: “Chiediamo interventi tempestivi volti ad assicurare l’assegnazione degli alloggi nelle disponibilità del Comune di Roma a coloro che hanno difficoltà a reperire e mantenere un alloggio sul mercato privato. Il tema della casa è ancora più sentito in questo periodo di emergenza sanitaria ed economica ed è necessario un impegno quotidiano per dare risposte adeguate e sollecite a tutte quelle particolari situazioni di disagio sociale o economico. Impegno ad oggi non pervenuto da parte di questa amministrazione”.
C’è infatti da sottolineare che, nonostante la sensibilità del tema sollevato dai tre rappresentanti dem, da parte sua il Comune ha preferito la linea del silenzio, avvalorando dunque la nostra ipotesi, secondo cui, dietro questa insensata attesa nelle assegnazioni, possa celarsi una ‘mossa mediatica’ da spendere come ‘prezioso bonus’ nella campagna elettorale pentastellata.
Come hanno infatti rimarcato Trombetti, Pelonzi e Casu: “Alla nostra richiesta di poter incontrare l’assessore o il dirigente preposto la risposta è stata la chiusura del portone d’ingresso. Ma non demorderemo fino a quando non si assegneranno le 300 case”.
La saga continua…
Max