“Presenterò un esposto alla magistratura per chiedere se cooperare con la deportazione di oltre ventimila migranti in mare sia una cosa legale o se è un crimine. E’ la prima volta che una missione internazionale ammette la cooperazione con la Guardia costiera libica”. A parlare, in una intervista all’Adnkronos, è Luca Casarini, capo missione di Mediterranea Saving Humans, che commenta le parole dell’ammiraglio Fabio Agostini, Comandante della missione europea ‘Irini’, che dal 31 marzo 2020 monitora lo scenario libico con il mandato Onu di sorvegliare e possibilmente impedire l’arrivo illegale di armi, rilasciate al Corriere della Sera. “Posso assicurare che i marinai della guardia costiera libica addestrati dalle missioni europee a partire dal 2017 non hanno commesso violazioni dei diritti umani a danni dei migranti. Certo non hanno mai sparato”, ha spiegato l’ammiraglio. Casarini, che ha guidato numerose missioni di soccorso in mare, si dice “sorpreso” dalla “ammissione” del comandante di “cooperazione e collaborazione con la Libia”.
“Ma se una missione militare, che è guidata dall’Italia, coopera con una forza militare che non ha le caratteristiche previste dalla Convenzione di Amburgo, che sta facendo?”, dice Casarini. “Visto che io sono spesso inquisito dai procuratori che si preoccupano del mio favorire l’immigrazione clandestina, da cittadino, voglio invece chiedere conto a un procuratore, con una memoria che sto preparando con il mio team di legali, se in base a queste dichiarazioni si possono ravvisare dei crimini, dei reati”.
“Secondo me, le parole di Agostini sono da approfondire – aggiunge Casarini -quando uno dice che coopera con la Libia per la cattura di persone in mare, pur essendo il comandante di una importante missione europea, direi che è davvero molto interessante…”.
“Io non sto lanciando accuse – aggiunge Luca Casarini -ma voglio sapere se questi comportamenti, descritti da un comandante di una missione importante, siano comportamenti che rispettano la legge internazionale e costituzionale. Se cooperare con la deportazione di 20 mila persone in un anno sia una cosa legale oppure no”. “E mi aspetto che anche il ministro della Difesa Guerini, che è cattolico, possa aiutare a fare chiarezza. C’è troppa confusione. Stiamo parlando di persone che cercano di scappare da un inferno”.
“Voglio anche ricordare che la Libia non è un porto sicuro – dice ancora -Tra l’altro questo paese non ha sottoscritto la convenzione di Ginevra. E l’ammiraglio Agostini quando dice che segnala, con i velivoli ‘Irini’, ai libici le barche dei migranti, fa una ammissione. Qui c’è la prima violazione. Perché non possono segnalare i naufraghi a chi non ha un place of safety, cioè un porto sicuro. Chiaramente non sono salvataggi, ma sono catture vere e proprie e i migranti vengono portati nei centri di detenzione, li portano da dove sono scappati”. “L’intervista di Agostini – dice Casarini – rivela che c’è una attività di cooperazione nella deportazione di migliaia di persone, tra cui moltissime donne e tanti bambini, che vengono ricatturate dalla cosiddetta Guardia costiera libica e vengono riportate dal luogo da cui scappano”.
Per Luca Casarini, ci sono “due violazioni”. “Quella della Convenzione di Ginevra e quella di Amburgo”. “Loro non possono segnalare i migranti a chi non ha un ‘pos’, perché la convenzione di Amburgo, sottoscritta dall’Italia, ha rango di legge costituzionale. Non è un trattato, perché devi garantire che il soccorso finisce quando i naufraghi sono assicurati in un posto che rispetta i diritti umani. E la Libia non li rispetta. Come dice l’Onu. Quando i velivoli segnalano alle motovedette libiche, regalate peraltro dall’Italia, una imbarcazione, diventano – per la convenzione di Amburgo – coordinatori sulla scena, quindi non possono più lavarsene le mani”.
“Mi sembra, peraltro, paradossale che un comandante non sappia cosa succede poi a terra ai migranti, come dice, non è accettabile. Se chiami degli aguzzini sei responsabile anche tu per quello che accade a terra”, dice. E aggiunge: “C’è anche una evidente contraddizione nella intervista, perché Agostini dice ‘Se li salvassimo noi i migranti, non li porteremmo mai in Libia, ma in Europa. Allora, se va tutto bene in Libia perché li porterebbe in un molo europeo e non libico?”.”Altro elemento – dice ancora Casarini – Non è vero che le organizzazioni internazionali hanno accesso ai centri di detenzione. L’Onu dice che la Libia non è un porto sicuro che perché nessuno può entrare in un centro di detenzione. Il grande tema è che non c’è la possibilità di controllare dentro i centri di detenzione libici, che siano legali o illegali”.
Poi, Luca Casarini ricorda un’altra frase dell’ammiraglio Agostini secondo cui “le nostre navi operano fino alle dodici miglia delle acque territoriali libiche”. “Visto che da gennaio ad oggi ci sono stati almeno quattro naufragi accertati e tutti entro le dodici miglia, voglio sapere e lo chiedo anche al ministro Guerini, dove erano le navi militari quando ci sono stati i quattro naufragi. Perché se scopriamo che erano nelle vicinanze e non sono intervenute e le persone sono morte a centinaia, allora sarebbe interessante capire come mai le navi ‘Irini’ non sono intervenute? Non lo sapevano? Hanno ricevuto delle indicazioni da qualcuno?”.
“Ho la sensazione che ci sia una campagna di rilegittimazione della Guardia costiera libica – dice – si cerca di riscrivere la verità dopo il plauso del premier Draghi alla Guardia costiera libica per i cosiddetto salvataggi. Ricordo che da gennaio 2020 ad oggi sono 20 mila i deportati accertati e non sappiamo che fine abbiano fatto”. E ricorda anche la scarcerazione del trafficante di esseri umani Bija, di cui si è saputo ieri. “A parte una detenzione di cui nessuno a nulla, è stato anche promosso a maggiore per opera del Governo di Tripoli, non parliamo di una milizia. Si da il vcaso che questo signore sia ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità e segnalato dall’Onu per traffico di esseri umani e traffico di petrolio. Vorrei chiedere all’ammiraglio Agostini che ha detto che l’Italia ha addestrato la Guardia costiera libica, che è davvero interessante che abbia anche un ufficiale ricercato dall’Onu per crimini contro l’umanità”.
Per Luca Casarini “da un punto di vista legale, è impossibile sostenere che si può cooperare con i libici per quanto riguarda i naufraghi in mare e i rifugiati che cercano di scappare”. Perché “le persone che vengono riportate nei centri di detenzione non hanno commesso reati e invece vengono imprigionati e condannati ai lavori forzati. Solo questa cosa dovrebbe impedire qualsiasi cooperazione perché èp una violazione palese dei diritti umani”.