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Cartelle agli inquilini case popolari: è caos

Cartelle pazze agli inquilini delle case popolari e uffici comunali in tilt. Migliaia di contestazioni di morosità inviate da Aequa Roma agli assegnatari degli alloggi di proprietà del comune. In alcuni casi con contestazioni di morosità che risalgono a venti o trent’anni fa, senza nessuna specifica su cosa andrebbe pagato e perché, E’ accaduto per tutto il 2021 e continua anche nel 2022, e lo denuncia il sindacato Asia Usb della Capitale.

Uno degli ultimi casi: chiesti 5.300 euro, per annualità 2018 e 2019 ad un inquilino che ha riconsegnato l’immobile nel 2017 e a cui viene contestato un debito del 2015, malgrado  la società titolare certificava in una lettera che per quell’anno il dovuto fosse pari a zero.

 

“Da Primavalle a Tor Bella Monaca e San Basilio, sono numerose le richieste di aiuto: se non si impugnano subito le  cartelle, sono prese in carico dall’Agenzia delle Entrate e scattano i pignoramenti.

Il sindacato contesta la mancanza di riscontro e di risposte  da parte di Aequa Roma su  cifre e entità dei tabulati e a Novembre i giudici hanno accolto i promi ricorsi: gli importi chiesti, raggruppati per anno senza distinzioni tra canone e oneri, rendono impossibile la verifica da parte del debitore, facendo venire meno il criterio di esigibilità. Un ricorso costato 3.000 euro al Campidoglio. Dal quale emerge l’ipotesi della convocazione di una commissione per far chiarezza su un caso debitorio ultra trentennale, confuso e contestato.