Ieri nel corso di un’audizione tenuta davanti alla Commissione Giustizia, il procuratore calabrese Gratteri ha ‘messo in guardia’ verso alcune norme contenute all’interno della riforma, che ‘complicherebbero’ ulteriormente le fasi processuali, ingolfando allo stesso modo enormemente i tribunali. Un’audizione a seguito della quale i componenti M5s della stessa Commissione hanno espresso una nota di disappunto, affiancando quando esposto dal procuratore calabrese..
Così oggi nell’ambito del Question time che ha avuto luogo alla Camera, la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha tenuto a replicare che “Spesso si è detto in questi giorni che i processi di mafia e terrorismo andranno in fumo. Non è così, perché i procedimenti puniti con l’ergastolo non sono soggetti ai termini dell’improcedibilità. E per i reati più gravi si prevede una possibilità di proroga“.
Secondo la ministra invece, “La riforma prevede un ingresso graduale, c’è una norma transitoria per consentire agli uffici che sono in maggiore difficoltà di attrezzarsi, di adeguarsi e di sfruttare le occasioni degli investimenti e della digitalizzazione per poter essere al passo con i tempi. La riforma non è solo quella della prescrizione ma dell’intero processo penale e si inserisce in un quadro di investimenti importanti sulle risorse umane”.
Riguardo poi agli effetti che le nuove norme apporterebbero alla prescrizione ed all’improcedibilità, la ministra ha rimarcato che dal canto suo il governo, “è consapevole di quello che fa, ed è il primo a non volere ciò che voi paventate, e che nessuno vuole che accada in questo paese. Ma vuole affrontare il tema della durata dei processi che è gravissimo“.
Max