CARO SPESA: CON L’INTRODUZIONE DELLE NUOVE NORME SI PAGHERANNO ANCHE I SACCHETTI PER FRUTTA, PANE, CARNE, ECC

Parlando dalla parte del consumatore, c’è chi ha commentato affermando: “Se ne sono inventata un’altra!”. La ‘lamentela’ i consumatori dei supermarket i quali, dal 1 gennaio 2018, pagando, sullo scontrino troveranno anche il costo delle buste leggere, come quelle per la frutta, la verdura, la carne, il pesce, la gastronomia ed i prodotti di panetteria. Al momento non è stato ancora ufficializzato il costo (ma debbono essere biodegradabili), ma si parla di un minimo di 2 centesimi fino a un massimo di 10. Cifre apparentemente irrisorie ma, se sommate alla spesa, annualmente si fanno sentire. Ad ogni modo una ricerca condotta da Ipsos Public Affairs e presentato oggi all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo da Nando Pagnoncelli e Luisa Vassanelli (parliamo di un campione rappresentativo della popolazione italiana di mille persone di un’età dai 18 ai 65 anni), indica che il 58% del campione intervistato – quasi 6 italiani su 10 – si dice favorevole all’introduzione dei sacchetti in materiale biodegradabile e compostabile. Una visione che ovviamente cambia dal punto di vista dei consumatori (o shopper), i 71% ei quali lo considerano un vero e proprio esborso economico. Assolutamente contrario, è un intervistato su tre (29%). Per quanto riguarda il costo di ogni singolo sacchetto, ‘se’ il costo è di 2 centesimi, il 59% lo ritiene accettabile; per il 13% invece non se ne parla proprio. Nella legge di conversione del decreto legge Mezzogiorno (passata lo scorso agosto), le nuove norme sugli shopper, indicano che i sacchetti leggeri e ultraleggeri – con uno spessore della singola parete inferiore a 15 micron – siano biodegradabili e compostabili (con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile di almeno il 40%), siano distribuite a pagamento. E per chi contravviene a tali disposizioni la legge promette pesanti multe. Si parla di sanzioni da 2.500 euro fino a 100.000 euro per sacchetti utilizzato nei reparti gastronomia, macelleria, ortofrutta, etc., fuori della normativa, se la violazione del divieto riguarda ingenti quantitativi di borse di plastica oppure se il valore delle buste fuori legge è superiore al 10% del fatturato del trasgressore.
.M.